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TICINOCinesi perquisiti in dogana? Quadri scrive a Berna

08.07.12 - 16:20
Cinesi perquisiti in dogana? Quadri scrive a Berna

BELLINZONA - Turisti cinesi in arrivo dal Ticino perquisiti dalla Guardia di finanza italiana? Sembrerebbe di sì. Almeno secondo Lorenzo Quadri, tanto che ha segnalato il caso in una lettera spedita a Didier Burkhalter, capo del Dipartimento Federale Affari Esteri.

Nella lettera, il Consigliere nazionale leghista, informa Berna che  da qualche settimana i torpedoni pieni di cinesi che ritornano in Italia dopo aver svuotato il portafogli al Foxtown, vengono bloccati al valico di Chiasso Brogeda e perquisiti dalla Guardia di finanza che alla ricerca di oggetti di valore acquistati dai turisti in Ticino, su cui far pagare l’IVA al 21%.

Prassi che in realtà sono del tutto legali, ma che per Quadri sono  "inaccettabili" perchè si tratterrebbe di prassi che "vengno improvvisamente riesumate dopo anni di mancata applicazione", e oltretutto - Quadri dixit - si tratta di iniziative che hanno conseguenze negative per il Ticino.

Secondo Quadri i Tour operator cinesi, "a seguito dell’accaduto, già starebbero pensando di radiare il Ticino dai propri itinerari". Non solo. Il nostro consigliere nazionale scrive pure che "Svizzera turismo è a conoscenza del problema e sta lavorando per appianare la questione e per convincere i Tour operator cinesi a non voler escludere il Ticino dai propri itinerari".

Dunque si tratta per Quadri dell'ennesima guerra economica fatta dall'Italia contro il Ticino. "L’adozione da parte italiana di una nuova misura vessatoria a danno dell’economia ticinese - scrive il leghista - è in crassa contraddizione con le dichiarazioni da parte del governo della vicina Penisola di voler giungere ad una normalizzazione dei rapporti tra i due paesi. Appare dunque evidente che gesti di fiducia, quali ad esempio lo sblocco dei ristorni delle imposte alla fonte dei frontalieri, nei confronti della vicina Penisola, cadono continuamente nel vuoto. La fiducia non è ben riposta".

La lettera si conclude quindi con un invito a Didier Burkhalter affinchè tenga conto "nelle trattative tra Svizzera ed Italia, anche di tali ripetute azioni tutt’altro che “amichevoli” ad opera della controparte".

 

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