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ITALIA / TICINOMina, Grillo e "l'imenoplastica" dei partiti

06.05.12 - 14:47
Lettera della cantante sul blog del comico genovese, tra lodi allo "spauracchio" e accuse alla politica tradizionale
Foto Ti-Press
Mina, Grillo e "l'imenoplastica" dei partiti
Lettera della cantante sul blog del comico genovese, tra lodi allo "spauracchio" e accuse alla politica tradizionale

LUGANO - La si sente poco, ma quando parla (o scrive, come in questo caso) fa notizia. Mina ha inviato una lettera a Beppe Grillo, il quale l'ha pubblicato sul suo blog: un duro attaccato alla partitocrazia e un elogio del Movimento 5 Stelle.

Una voce, quella di Mina, che si leva dalla neutrale Svizzera ma che va a cadere in piena giornata elettorale, e chissà che non sposti qualche voto il suo "J'accuse" alla classe politica attuale. Cosa dice la Tigre di Cremona nella sua lettera? Intanto si parte in maniera insolita: "Si chiama imenoplastica. È un intervento semplice, poco doloroso, dal costo accessibile e di grande effetto, a patto che il chirurgo rispetti la deontologia del segreto professionale e che gli utilizzatori terzi (del pezzo) successivi siano diversi dai precedenti".

La pratica di tornare "vergini", afferma la cantante, è gettonatissima dai partiti, pronti a cambiare esternamente ma non a mutare nella sostanza. Non solo la politica è sotto accusa: "La schiera dei “rifatti” comprende anche politologi, finedicitori di politica, economisti dell’ultima ora e bellimbusti di contorno, giornalisti compiacenti, adulatori prezzolati. Vestali di ritorno, risettati nella morale situata negli organi genitali, si apprestano a riprendere il rituale dei baccanali".

Una politica che non capisce il Paese reale, accusa Mina, e per i propri errori accusa l'antipolitica, il disfattismo, l'astensione, la demagogia. Segue poi un elogio di Beppe Grillo: "il colpo finale, la mazzata che ammutolisce la sala della televisione. Beppe Grillo. Incontrollabile, sottovalutato, diverso, è adesso minaccioso veramente. Compare sostanzioso nella sua percentuale e inarrestabilmente spacca equilibri e logiche. Non ne avevano mai parlato. Nel calderone dell’antipolitica ci stava tutto, Beppe Grillo compreso. Che bisogno c’era di aver paura di un’alternativa senza qualifica, appartenenza, categoria di riferimento? L’ideologia del bunga e dell’antibunga erano sufficienti a eletti ed elettori per il funzionamento di Stato, società e politica estera. Ora" vaticina Mina "bisogna fare i conti con lo spauracchio".

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