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TICINO"Mi hanno massacrata. Potevo solo mangiare e dormire"

14.07.11 - 11:25
La storia di una signora sotto curatela, ma per la Commissione "non vi sono state irregolarità nella gestione della pratica"
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"Mi hanno massacrata. Potevo solo mangiare e dormire"
La storia di una signora sotto curatela, ma per la Commissione "non vi sono state irregolarità nella gestione della pratica"

LUGANO - Risanare una difficile gestione, poter stabilire un controllo stretto sulle uscite e un piano mensile di verifica del bilancio famigliare.  Sono generalmente questi gli scopi di una curatela volontaria, con cui si assicura, ad una persone che lo richiede, una curatrice, che gestisce un budget mensile. Una misura tutoria  che spesso spaventa le persone, come risultato di anni di stigmatizzazione sociale nei confronti di misure come la tutela e la curatela. Ma al di là dallo scetticismo iniziale c’è anche chi resta deluso dal servizio.

La storia - E’ il caso di una signora (il nome è noto alla redazione) che racconta la sua esperienza.“Ero domiciliata in Francia, poi mi sono trasferita in Ticino ma mio marito non mi ha più riconosciuto gli alimenti. Stavo già male e, consigliata da un’assistente sociale, ho chiesto una curatela volontaria. Sono stata ascoltata dalla Commissione Tutoria che mi ha concesso la curatela e mi ha assegnato la curatrice. Da allora non ho avuto nessun contatto con la Commissione”. 

“La curatrice – continua la signora –mi  ha messo in una struttura dove pagavo 2050 franchi e con il resto pagava il leasing della mia auto che non ho mai utilizzato.  La macchina la usava proprio il fratello. E con i miei soldi pagava anche il parcheggio a suo fratello. Mi sono trovata con 10 mila franchi di debiti.  Ho cercato di capire cosa stesse accadendo ma lei mi diceva che erano cose segrete e non potevo andare alla Commissione tutoria ma io volevo partecipare alla mia vita. Posso solo dire che ho passato un anno di isolamento, potevo solo mangiare e dormine, non avevo nessuna informazione malgrado le mie telefonate, non ho avuto una fotocopia dei documenti e ho dovuto affidarmi ad  un mio amico di Basilea per evitare la tutela e adesso non trovo neanche un avvocato” 

Per la signora più che della curatrice la colpa e è della Commissione visto che è tenuta a controllare.  “Io ho scritto alla Commissione ma loro mi hanno messo nel terrore. Alla fine ho lasciato la curatela ma ho dovuto portare delle prove per dimostrare che non ne avevo bisogno. Stavo già male, e mi hanno massacrato”.

La risposta - Abbiamo contattato la CommissioneTutoria nella persona dell’avvocato Samuele Quattropani il quale sul caso specifico ha precisato di essere legato dal segreto tutorio. “Non possiamo esprimerci sul contenuto degli incarti, cosa che ci espone automaticamente alla critica non potendo necessariamente difenderci. In ogni caso l’operato dei curatori è verificato dalla commissione tramite il preesame del revisore dei conti e per quanto ci riguarda non vi sono state irregolarità nella gestione della pratica.”

La differenza fondamentale fra una tutela e una curatela è che con la tutela la persona perde l’esercizio dei diritti civili. Se una persona sotto tutela stipula un contratto, questo non ha valore fintanto che non arriva la ratifica del tutore. Per la curatela non vi è la perdita dell’esercizio dei diritti civili, per cui la persona potrà stipulare un contratto regolarmente. Fondamentale tuttavia per la curatela è la collaborazione tra la persona e la curatrice. 

Le storie sulle curatele nel cantone non mancano ma non sono tante. Secondo l’avvocato Quattropani “per quanto riguarda le contestazioni dell’operato dei curatori bisogna distinguere. Spesso e volentieri i le persone si lamentano del fatto che lo spillatico, una volta pagate le spese fisse, è a loro modo insufficiente, ma di contestazioni vere e proprie dell’operato e della tenuta dei conti ne ho viste negli ultimi sette anni, due o tre, finite sempre con una conferma dell’operato del curatore. Fa però parte del sistema, soprattutto quando ci sono misure che non sono condivise dalle persone che fin dall’inizio si sentono defraudati dei loro diritti. Per quanto ci riguarda cerchiamo sempre di dare una risposta comprensibile e motivata alle lamentele”.

In generale secondo l’avvocato,  può accadere che la persona sotto curatela si trovi anche in seguito alla gestione delle risorse da parte di un curatore o un tutore con un incremento dei debiti, anche se raramente, soprattutto quando le sue risorse sono insufficienti a coprire i costi fissi (affitto, cassa malati ecc.) e non vi sono possibilità di incrementarle, per esempio a seguito della fine di diritti sociali di vario genere piuttosto che per l’impossibilità di accedere a un determinato sussidio o aiuto statale.
Di certo l’opinione della signora però sarà diversa.

Salvatore Medici

Foto Ti-Press

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