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SVIZZERA DI FRONTIERAIl presidente del Governo basilese: "Ticinesi, vi svelo il segreto del nostro successo"

08.04.11 - 14:54
Guy Morin, presidente del Consiglio di Stato di Basilea Città, cantone di confine tra i più dinamici in Svizzera parla di sicurezza e frontalieri: "Il confine è la nostra forza e il nostro successo"
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Il presidente del Governo basilese: "Ticinesi, vi svelo il segreto del nostro successo"
Guy Morin, presidente del Consiglio di Stato di Basilea Città, cantone di confine tra i più dinamici in Svizzera parla di sicurezza e frontalieri: "Il confine è la nostra forza e il nostro successo"

BASILEA – Le elezioni cantonali rappresentano per i ticinesi l’evento elettorale più sentito. Nel Ticino, cantone e Repubblica stretto  tra le Alpi e l’Italia, i temi più dibattuti in questa campagna elettorale sono stati l’occupazione, i frontalieri e la sicurezza. Situazione particolare ed oggettivamente non semplice da affrontare per i governanti del nostro Paese.  I temi citati, infatti, assumono una valenza e una complessità differente rispetto ad altre realtà svizzere di frontiera. Una particolarità che, qualche settimana fa, ha spinto il candidato dei Verdi al Consiglio di Stato Sergio Savoia a rilanciare l’idea di Ticino a statuto speciale. Una proposta che giace ancora in Parlamento e che prima o poi dovrà essere discussa in aula.

Dei temi più sentiti dai ticinesi, emersi nei dibattiti politici, ne abbiamo parlato con il presidente del Consiglio di Stato di Basilea Città Guy Morin. Abbiamo scelto di interpellarlo perché Basilea, come il Ticino, è un cantone di frontiera, ma anche perché deve il suo successo alla sua grande storia e alla sua apertura. Per capire quanto sia importante la città sul Reno basta soltanto ricordare il Concilio di Basilea, l'Università dei Paracelso e dei Johann Gutenberg, l'arrivo degli Ugonotti e con loro il fiorire delle attività legate alla tessitura e alla chimica.
Guy Morin, figlio di genitori neocastellani e di lingua madre francese, è nato e ha fatto la sua fortuna politica a Basilea. Eletto nel consiglio di Stato basilese nel 2004, ha in passato una carriera di medico militante contro la guerra nucleare.
 

Presidente Morin, in Ticino si vota. Il presidente dei Verdi ticinesi Sergio Savoia ha rilanciato recentemente la proposta al parlamento ticinese di un Ticino a statuto speciale. Lei cosa ne pensa?
“Mah, guardi anche noi siamo un cantone di frontiera, tanto quanto il Ticino, Ginevra e molti altri cantoni in Svizzera. Noi confiniamo addirittura con due Stati, la Francia e la Germania e in questa situazione non riscontriamo nessun tipo di problema. La nostra condizione di città cantone di confine rappresenta una delle nostre forze, perché abbiamo l’accesso diretto al bacino di manodopera frontaliera e Francese e Tedesca, rispettivamente in Alsazia e nel Baden meridionale. Anche la nostra economia beneficia di questa situazione. Economia che, grazie ai contratti bilaterali e alla libera circolazione delle persone, può disporre di manodopera altamente qualificata. Dobbiamo considerare che negli ultimi anni stiamo assistendo ad un marcato aumento dell’immigrazione della Germania. Ma non solo. Le nostre imprese, come la Novartis, Syngenta oppure La Roche impiegano più cittadini dell’Unione Europea che cittadini svizzeri. Il 60% dei dipendenti della Novartis, per fare un esempio,  provengono dall’Unione Europea, il 20% dagli Stati extra UE (India e Stati Uniti) e soltanto il 20% sono svizzeri".

In Ticino, invece, i frontalieri sono diventati un problema politico…
"Da noi no. E ci impegniamo in tutti i modi affinché i frontalieri non lo diventino. Nella sola Basilea Città (185mila abitanti) lavorano 32mila frontalieri. Altri 33mila negli altri Cantoni della Svizzera Nordoccidentale: Basilea Campagna, Soletta e Argovia. Di questi 65mila frontalieri la metà sono tedeschi e l’altra metà sono francesi. I tre quarti di questi lavoratori passano tutti i giorni da Basilea Città. Il numero di  francesi è diminuito negli ultimi anni, mentre i tedeschi sono aumentati in modo considerevole".

Tutti contenti e soddisfatti?
"La disoccupazione in questi ultimi anni, cioè con l’entrata in vigore dei bilaterali, è diminuita. Ciò vuol dire che i frontalieri arrivano da noi perché, semplicemente, ci sono i posti di lavoro".

Quindi si può dire che i frontalieri non hanno rubato I posti di lavoro agli svizzeri?
"No. Come detto, il tasso di disoccupazione è addirittura diminuito. Siamo al 3,9%, poco sopra la media svizzera, circa lo 0,3-0,4% in più.  Una situazione che è stata sempre così e che, tendenzialmente, è in via di miglioramento".

Per quanto riguarda invece il traffico, nessun problema?
"La problematica ci sta molto a cuore. Abbiamo investito e stiamo investendo molto per costruire una rete di trasporti pubblici efficiente che ci colleghi anche Oltreconfine e che risolvi il problema del traffico privato. Proprio in questi ultimi tempi sono partiti i lavori per la costruzione della linea tramviaria Basilea-Weil am Rhein e Basilea Saint-Louis. La ferrovia metropolitana leggera ci collega con la Germania e con Mulhouse, in Alsazia".

Qual è il segreto del vostro successo? Nel panorama svizzero Basilea sta dimostrando grande dinamismo e un’apertura al mondo straordinaria…
"Vede, da un lato Basilea è stata da sempre, nella storia una città dalle frontiere aperte e dall’altro la nostra appartenenza alla lingua e alla cultura alemanna ci vede da sempre profondamente legati all’Alsazia e al Baden. Andiamo d’accordo, anche perché il dialetto che parliamo è praticamente lo stesso. In altre parole, apparteniamo alla stessa cultura. Peter Hebel, il nostro poeta cantonale ha scritto in alemanno. Ha vissuto in Germania, ad Hausen in Wisental (circoscrizione di Friburgo in Brisgovia, Baden-Württemberg, ndr), così come da noi, a Basilea. Il rappresentante quindi, di uno scambio culturale florido tra le nostre regioni".

Anche il Ticino è, in qualche modo, legato culturalmente alla Lombardia…
"Il nostro vantaggio è dato dal fatto che siamo noi ad essere al centro di questo polo economico. Bisogna anche dire che negli ultimi dieci anni abbiamo conosciuto una crescita economica più alta rispetto a quella svizzera. Basilea deve il suo successo anche grazie alle sue politiche di apertura. La nostra regione non sarebbe diventata così innovativa come lo siamo oggi senza il prezioso contributo di uomini di scienza e di cuore arrivati da tutto il mondo".

Bisogna però anche dire che proprio in questi ultimi tempi Basilea Campagna e Basilea Città rivendicano più voce in Svizzera e recentemente è stata lanciata un’iniziativa popolare affinché si riconosca ai due cantoni lo statuto di cantoni e non più di semicantoni. Lei è d’accordo con i promotori di questa iniziativa?
"Sì, sono d’accordo. Ci sono ancora sei semicantoni in Svizzera. Nella Costituzione federale siamo considerati cantoni a tutti gli effetti, mentre nelle votazioni popolari e a livello di Consiglio degli Stati contiamo soltanto la metà. Siamo d’accordo con questa iniziativa perché vi è in ciò un’incongruenza e quindi una sorta di disparità di trattamento. Insomma, secondo noi non ha molto senso il fatto che ci sia riconosciuto un voto che vale la metà rispetto a cantoni come Glarona o Giura, che contano meno abitanti rispetto a noi. Siamo comunque al lavoro e stiamo istituendo una “conferenza metropolitana” che includa i cantoni della Svizzera Nordoccidentale. Con questa conferenza, analogamente a Zurigo,  il nostro obiettivo è quello di avere più voce a livello federale. La nostra debolezza risiede proprio nel fatto che noi, in quanto Svizzera Nordoccidentale, spesso non ci facciamo sentire a Berna con una voce sola, in modo univoco”.

Se ben ricordo, anche in Consiglio federale è da anni che Basilea non conta più rappresentanti…
“Sì. Nella storia fino ad oggi sono stati soltanto quattro i rappresentanti di Basilea Città e Campagna eletti. Neuchâtel, soltanto per fare un esempio, ne ha avuti il doppio”.

Nell’ultima votazione in parlamento per eleggere i nuovi Consiglieri federali, in Ticino si è molto sperato nell’elezione di un rappresentante della Svizzera italiana…
“Beh sì, però voi avete avuto Cotti, eccetera eccetera…”

E’ vero che, in quanto cantone di minoranza, il Ticino dovrebbe essere rappresentato nel Governo federale…
"Anche noi siamo dell’idea che la Svizzera Nordoccidentale debba avere un rappresentante in Consiglio federale".

Passiamo al tema sicurezza. Basilea come ha vissuto il furto di gioielli milionario al Baselworld e la rapina di un anno fa al Casinò?
“Cominciamo subito col dire che i controlli dei confini è compito della Confederazione. Il consiglio federale ha ridotto gli effettivi delle Guardie di Confine, ma beneficiamo, grazie a Schengen, del sistema di informazione SIS e siamo presenti all’aeroporto di Basilea / Mulhouse. Con il Trattato di Dublino, invece, possiamo riconsegnare  i richiedenti asilo al primo paese d’ingresso nello spazio Schengen. In questi anni stiamo monitorando la situazione e cercando di capire se l’aumento di mendicanti provenienti da Romania e Bulgaria sia legato agli accordi bilaterali stipulati con l’UE. A Basilea si osserva l’incidenza di tutta una serie di tipologie di reato che vanno dal furto con astuzia al furto con scasso, al  commercio di preziosi falsificati tipiche di un turismo del crimine di frontiera che, tuttavia è sempre esistito”. 

E quindi, mi pare di capire che Basilea Città non chiederà a Berna più guardie di confine alle frontiere?
"Sì.  Sono state avanzate proposte in parlamento basilese che vanno in quella direzione. Ma dobbiamo trattare con il Consiglio federale n quanto, come detto, la sorveglianza dei confini è di compito federale. A livello generale, però, bisogna anche dire che i reati nel 2010 sono diminuiti rispetto all’anno precedente".

Sì può quindi affermare che non esiste a Basilea una percezione della criminalità così eccessiva?
“Beh, diciamo che la rapina al casinò ha destato grosso stupore. Ma quell’episodio non ha nulla a che fare con Schengen. Nella storia di Basilea sono sempre esistite bande simili, anche nel passato”.

A questo punto, cosa consiglierebbe ai politici ticinesi. In questi giorni si vota per le cantonali e i temi più dibattuti in Ticino sono stati il problema occupazionale e la sicurezza. Come raggiungere lo stesso grado di successo del Canton Basilea Città?
"Il fattore chiave è senza dubbio la forza economica. Senza questa prerogativa non si possono neppure affrontare i temi di cui lei mi ha accennato. Le possibilità del successo ticinese sono legate allo spazio economico di Milano. La Svizzera è un paese relativamente liberale, più liberale rispetto ad altri paesi, per quanto riguarda le leggi che regolano il lavoro e la socialità. E quindi a livello di imposizione fiscale il Ticino potrebbe risultare molto interessante a quelle aziende lombarde che potrebbero decidere di trasferirsi da voi. Soltanto così potranno essere creati nuovi posti di lavoro”.

Il problema è che in Ticino nell’ultimo anno i 3mila posti creati sono andati quasi tutti a finire ai frontalieri.
“Noi abbiamo creato una parte dei nostri posti di lavoro nell’ambito dell’alta specializzazione che, non necessariamente necessita di manodopera frontaliera. Bisogna anche dire che da noi sono in molti a volersi stabilire. A Basilea Città, per esempio, il tasso degli stranieri è del 32%”.

E quindi date molta importanza alla qualità del mercato del lavoro e alla qualità dei posti di lavoro creati a Basilea…
"Sì, anche perché oggigiorno chi si rinchiude  e si oppone  ad alleanze per la formazione di  regioni metropolitane  è destinato al fallimento. Bisogna costruire ponti, contatti affinché anche le regioni più deboli ne approfittino di questa forza economica. E’ vero, per noi è più facile parlare perché siamo noi ad essere al centro di questo polo economico. Ma bisogna anche dire che , per esempio, la scelta del Canton Giura di “allacciarsi” al nostro spazio economico attraverso il miglioramento e il potenziamento del trasporto pubblico, si sta rivelando vincente. In quel cantone si stanno creando tutti i presupposti per uno sviluppo economico di successo basato sulla logistica e la tecnica farmaceutica".

Il Ticino però, al contrario del canton Giura, ha la barriera alpina...
"Sì, ma il Ticino ha così tanti punti di forza! Il sole, i laghi, le bellezze paesaggistiche. Ed è proprio sull’asse nord-sud che lo collega a Milano. Il Ticino è un cantone favoloso!"

p.d'a.

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