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La banca è tranquilla in quanto rispetta "le regole di compliance più severe, alle leggi, regolamentazioni e direttive in vigore", ha indicato il Credit Suisse all'ATS in un comunicato di due righe.
Di fatto, il Credit Suisse potrebbe benissimo essere preso di mira dall'autorità fiscale americana (IRS), tentata di tracciare un parallelo. Nella sua edizione del 1. febbraio la "NZZ am Sonntag" evocava un'inchiesta contro una seconda banca svizzera, che non potrebbe essere altri che il Credit Suisse.
Secondo il domenicale i servizi fiscali statunitensi cercherebbero di dimostrare che l'istituto ha seguito la stessa politica offshore della sua concorrente per conquistare ricchi clienti americani. L'IRS non avrebbe però finora trovato alcuna prova secondo cui il Credit Suisse avrebbe aiutato certi clienti a frodare il fisco.
Né l'IRS né il Dipartimento americano della giustizia hanno voluto confermare l'esistenza di una simile inchiesta, aveva scritto la "NZZ am Sonntag". Anche la banca aveva già indicato di non essere a conoscenza di inchieste sulle sue attività di private banking. Il giornale affermava tuttavia che secondo "fonti certe" collaboratori del Credit Suisse avrebebro incontrato funzionari dell'IRS per discutere delle prassi della banca.
