Perché non tutti i voti sono uguali? È così anche in Svizzera ed ecco perché: «Non confondiamo democrazia e proporzionalità»
BERNA - Nonostante sia stata sconfitta, Hillary Clinton ha ricevuto 230mila voti in più di Donald Trump. A premiare il presidente eletto, però, è stato il complesso sistema elettorale statunitense, fatto di grandi elettori e winner-takes-all. Un fenomeno che ha fatto discutere parecchio sui social. «Non è giusto», scrive qualcuno. «Non è democratico», gli fa eco qualcun altro. Poi c’è chi scrive: «Anche il voto di un urano vale più di quello di uno zurighese». È vero?
Doppia maggioranza - La risposta è sì. In Svizzera vi sono due situazioni in cui il voto popolare può differire dalla decisione delle urne. Il primo riguarda la doppia maggioranza necessaria per cambiare la costituzione: in questi casi non basta la maggioranza del popolo, ma anche quella dei cantoni. Ecco quindi che, come già accaduto in nove occasioni, pur vincendo il sì, un oggetto è stato affossato dalla maggioranza dei cantoni.
Grandi elettori - Il secondo caso riguarda (con molte analogie con le elezioni americane) l’elezione del Consiglio federale. Questo compito spetta all’Assemblea federale, i cui membri sono i 200 consiglieri nazionali (eletti per cantone in proporzione alla popolazione) e i 46 consiglieri agli Stati (2 per cantone). I membri dell’Assemblea sono in un certo qual modo paragonabili ai grandi elettori americani.
Gli appenzellesi valgono di più - Abbiamo confrontato quindi la rappresentanza di ogni cantone con la popolazione. Zurigo ha un “grande elettore” ogni 38mila abitanti, il Ticino ne ha uno ogni 34mila, Uri ogni 11mila e Appenzello interno ogni 7’858. Insomma: un elettore di Appenzello interno vale come 4,83 elettori di Zurigo. Una discrepanza maggiore a quella statunitense: dove un elettore del Wyoming vale 3,7 texani o californiani.
I limiti del proporzionale - «Non dobbiamo confondere quella che è la distribuzione delle opinioni e dei voti con la distribuzione dei seggi», avverte il politologo Oscar Mazzoleni. Perché non vi è una proporzionalità perfetta? «Perché si ritiene che un proporzionale perfetto abbia due limiti: il primo rappresentato dalla più difficile governabilità, il secondo dal fatto che la rappresentatività, in un sistema federalista, non riguarda solo il voto dei singoli cittadini, ma anche delle unità territoriali: i cantoni in Svizzera e gli stati negli Usa».
Equità - Quindi viviamo in una democrazia poco democratica? «Non confondiamo democrazia con proporzionalità. In questo modo anche i cantoni piccoli hanno dei seggi, e possono difendere i loro interessi», afferma Mazzoleni. Insomma, questo sistema salva anche le minoranze. «Un sistema a circondario unico nazionale diminuirebbe la rappresentatività dei cantoni, che è il riflesso della loro autonomia e della loro capacità decisionale».
Winner takes all - Infine Mazzoleni sottolinea una grande differenza tra il sistema americano e quello svizzero: «La questione fondamentale è che in quasi tutti gli stati americani è sufficiente un voto in più perché il candidato prenda tutti i delegati di uno stato. Questo è il fattore che riduce maggiormente la proporzionalità del voto dei singoli cittadini».