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ZURIGO«Mio fratello aveva bisogno di sostegno, ma non è stato aiutato»

06.11.17 - 14:12
Fabian M. ha perso la vita a soli 17 anni per una caduta dalla sedia a rotelle sulla quale era costretto a vivere per il proprio peso. La sorella racconta il suo calvario e rimprovera le autorità
Foto: Dajena M.
«Mio fratello aveva bisogno di sostegno, ma non è stato aiutato»
Fabian M. ha perso la vita a soli 17 anni per una caduta dalla sedia a rotelle sulla quale era costretto a vivere per il proprio peso. La sorella racconta il suo calvario e rimprovera le autorità

ZURIGO - Mangiare fino a morire.  È la triste storia di Fabian M., il ragazzo di 17 anni che ha perso la vita ad ottobre cadendo dalla propria sedia a rotelle in una casa di riposo. Costretto su quelle quattro ruote dai suoi 280 chili di peso, la sua dipendenza da cibo lo ha in pratica ucciso. Senza che i familiari potessero fare qualcosa per aiutarlo.

Una tragedia che ha toccato in particolare la sorella Dajena. La giovane - sentita da 20 Minuten - appare inconsolabile. «È orribile. Ho una profonda tristezza dentro me. Quando ho saputo della sua morte ero scioccata ma non sorpresa. Sapevo quanto stesse male». La giovane di 22 anni ricorda come i problemi di suo fratello siano iniziati molto presto. «Era incredibilmente attaccato a nostra madre. Quando lei ha ricominciato a lavorare non faceva che piangere». La sorella racconta che Fabian in seguito si è ammalato, smettendo praticamente di nutrirsi. «Ed è per riprendere le forze che ha iniziato a mangiare». Ma è il mobbing subito alla scuola dell’infanzia a dargli la definitiva spinta verso il baratro. «Dopo quella esperienza ha iniziato a rimpinzarsi per la frustrazione».

Fabian mangiava e mangiava. Senza ritegno. E tutti gli sforzi intrapresi dalla sua famiglia per aiutarlo si rivelavano vani. «Era una vera e propria malattia. Non poteva farne a meno. A volte si chiudeva in camera propria per cercare di fermarsi. Spesso nascondevamo i dolci per farsì che non li trovasse. Ma tutto è risultato vano».

Secondo la giovane, poi, le cose sono precipitate quando è intervenuta l’Autorità di protezione dei minori e degli adulti. «La separazione dalla sua famiglia l’ha fatto ingrassare ancora di più e ha peggiorato le cose». Dajena rimprovera alle autorità di aver agito con freddezza, punendo continuamente il fratello. «Gli hanno confiscato il suo portatile e gli hanno impedito di telefonare. Mio fratello aveva bisogno d’aiuto, ma non è stato aiutato correttamente».  

La polizia, nel frattempo, ha avviato un’indagine sulle cause della morte di Fabian. «Mi auguro che chi ha sbagliato paghi. Nessuno dovrebbe morire così giovane. È un fallimento delle autorità».

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