"La Corte permanente o una Corte internazionale dovrà pur sempre occuparsene - ha detto la ticinese a margine di una conferenza stampa a Ginevra -. Non credo che gli alti responsabili politici e militari possano essere giudicati nel loro Paese. Abbiamo visto, abbiamo un'esperienza, sappiamo che un presidente di una nazione è difficile che una nazione lo processi. È impossibile. Quindi deve essere la Corte permanente e l'abbiamo, la Corte permanente internazionale. Spero che la Russia, perché è soprattutto la Russia che potrebbe far valere un veto, spero che con il tempo cambi opinione", ha aggiunto Carla Del Ponte.
Durante i dibattiti del Consiglio Onu sui diritti umani, riunito in sessione, 63 Paesi hanno aderito ad un appello che chiede al Consiglio di sicurezza di annunciare la sua intenzione di deferire la situazione in Siria alla Cpi, in assenza di un altro processo credibile. La Russia, ma anche gli Usa, non figurano nella lista dei 63 Paesi che hanno sottoscritto l'appello, promosso dalla Svizzera.