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SVIZZERAQuando i familiari si oppongono al suicidio assistito

14.10.16 - 13:51
Due fratelli si oppongono alla domanda di ricorrere alla dolce morte da parte del fratello maggiore a Ginevra. La vicenda finirà in Tribunale
Quando i familiari si oppongono al suicidio assistito
Due fratelli si oppongono alla domanda di ricorrere alla dolce morte da parte del fratello maggiore a Ginevra. La vicenda finirà in Tribunale
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GINEVRA - Cosa accade quando due fratelli si oppongono alla domanda di suicidio assistito inoltrata dal fratello maggiore. La vicenda si svolge a Ginevra. Il caso sarà trattato in un'udienza al Palazzo di Giustizia il prossimo 24 ottobre. L'appuntamento dell'ottantenne con l'associazione Exit era previsto per il 18 di questo mese.

Numerose famiglie non accettano la volontà di loro parenti che scelgono il suicidio assistito, ma la maggior parte delle volte si riesce a trovare un accordo, indica Pierre Beck, vicepresidente di Exit Svizzera romanda.

È la prima volta che in Romandia si va fino in tribunale, aggiunge, confermando un'informazione diffusa dalla "Tribune de Genève" e "24 Heures". I due querelanti giudicano che loro fratello non è abbastanza malato per giustificare un tale gesto.

«Exit non rispetta la legge» - L'uomo non è certo in fin di vita, ammette Beck. Ma ha espresso, in piena coscienza di causa, il desiderio di mettere fine ai suoi giorni, invocando numerosi mali legati all'età e alla morte di sua moglie. La richiesta a Exit è accompagnata da un certificato del suo medico curante.

Per François Membrez, rappresentante dei due fratelli, Exit viola il diritto. La legge vieta chiaramente l'assistenza al suicidio fuori da condizioni molto severe, come soffrire di una malattia incurabile, invalidante o di forti dolori. "L'associazione dichiara di rispettare la legge, ma non è così", afferma l'avvocato.

Una riunione di famiglia tenutasi ieri non è riuscita ad appianare i dissensi. Il principale interessato sarà citato come testimone nel processo.

 

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COMMENTI
 

SosPettOso 7 anni fa su tio
...ma questa opposizione non deve potersi trasformare in un imposizione. Come ben detto da Gery, la volontà di un famigliare non deve potersi trasformare in una condanna alla sofferenza, indifferentemente che questa sia fisica o psichica.. Per quanto riguarda le severe disposizioni si tratta semplicemente di criteri soggettivi:"malattia incurabile": ne siamo affetti tutti dalla nascita e ci porterà tutti alla morte, infatti si stima che nessuno possa superare i 120 anni."forti dolori": ci sono persone che si fanno curare i denti senza anestesia ed altre che non riescono ad alzarsi a causa di un unghia rotta..."invalidante": esattamente come per il dolore, vi sono persone che riescono a ragionare lucidamente e costruttivamente anche sapendo di morire (i pompieri delle torri gemelle) ed altri che per un nonnulla si immobilizzano.

Gery 7 anni fa su tio
Io penso che ognuno ha diritto di morire con dignità, invece che tra dolori atroci, ci sono casi che in qui i parenti si oppongono per puro egoismo o cattiveria altri perché sono fanatici religiosi e non è giusto decidere al posto di un parente, iltimamente ho visto morire un conoscente di La sclerosi laterale amiotrofica, o SLALa sclerosi laterale amiotrofica, o la sclerosi laterale amiotrofica, o SLA e morire letteralmente affogata una morte atroce, meglio la dolce morte.

Telma 7 anni fa su tio
Non mi risulta che la legge richieda condizioni particolari per l'aiuto al suicidio. Infatti l'unico vincolo di legge è che l'aiuto venga prestato "senza motivi egoistici" (Codice penale articolo 115). Semmai sono le associazioni stesse che hanno messo dei vincoli più restrittivi della legge. Sono curioso di vedere l'esito della decisione giuridica, anche se lo do per scontato: se la persona che richiede il suicidio assistito è in grado di intendere e volere, a condizione di trovare qualcuno che lo aiuta, e nel caso in esame ha trovato EXIT ADMD, allora nulla vieta di effettuare il suicidio assistito. D'altronde, in Svizzera, il suicidio è permesso. Una riflessione s'impone: sarebbe preoccupante se terze persone possono impedire a una persona in grado di intendere e volere di decidere della propria vita. Verosimilmente, tutto quanto messo in atto dai due fratelli, non farà altro che ritardare di alcune settimane il suicidio assistito.

Meno 7 anni fa su tio
Risposta a Telma
No mi sembra che ci sono condizioni particolarmente strette. Tipo che i malanni/malattie devono essere tali da pregiudicare una vita dignitosa. Nello specifico bisognerebbe informarsi.

Telma 7 anni fa su tio
Risposta a Meno
Ritengo di essere mooooolto informato. Non c'è il vincolo della non vita dignitosa. Non rimane che aspettare la sentenza.......
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