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CALCIOIl ritratto di Omar Milanetto

28.05.12 - 10:04
La bandiera, ammainata, del Grifone ora in Serie B con il Padova
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Il ritratto di Omar Milanetto
La bandiera, ammainata, del Grifone ora in Serie B con il Padova
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PADOVA (Italia) - La bandiera, l'Insostituibile, il regista. E poi l'odiato dagli ultras del Genoa, costretto ad andar via per una storia mai chiarita. Omar Milanetto, centrocampista ora in serie B col Padova, è stato per anni giocatore simbolo del Genoa. Per gli anni in rossoblù è ora nei guai con la giustizia: era lui, secondo gli inquirenti, a incassare i soldi dagli slavi per vendere la partita con la Lazio.
Nato a Venaria Reale, in provincia di Torino, il 30 novembre 1975, Milanetto è cresciuto nelle giovanili della Juventus. Si è trasformato da rude centrocampista centrale in play, regista di gioco. L'esordio da professionista, dopo aver vinto uno scudetto Primavera, in C1 col Fiorenzuola nel '94.

Il Modena è il suo trampolino di lancio, due stagioni dal 2000 al 2002 con altrettante promozioni, fino alla A. Ma anche qualche giorno nero, come quel 19 novembre 2001 in cui il compagno di squadra Francesco Bertolotti viene colpito al volto dal comasco Max Ferrigno, e va in coma.
Da Modena al Brescia in A, sono gli anni in cui Milanetto si guadagna un soprannome macabro, 'Hannibal', per la sua potenza fisica. I tifosi emiliani lo hanno ribattezzato anche “Insostituibile”. È più o meno il rapporto di grande amore che il centrocampista istaurerà rapidamente con la curva rossoblù, quando nel 2006 arriva a vestire la maglia del Genoa.

Sono cinque anni intensi e sanguigni. Gol, vittorie, sconfitte, cori e contestazioni. Fino al derby di ritorno con la Samp, nel 2011: la vittoria del Grifone dà una spinta verso la B ai cugini blucerchiati, al gol vittoria il numero 77 corre sotto la propria curva e insulta i tifosi che avevano contestato la squadra.

Si rompe il rapporto. Le scuse non bastano. Il clima è pesante, Genova rossoblù isola il suo oramai ex simbolo. A fine stagione Milanetto lascia Genova, l'offerta del Lugano non lo convince, scende in B col Padova dove gioca tutta la stagione fino al limite dei play off per tornare in A. E dove lo rincorrono le voci sulle confessioni di Gervasoni al pm di Cremona: “Fu lui a incontrare Gegic per truccare Genoa-Lazio, fu lui a fare da tramite con la squadra".

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