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CALCIO"Anche noi donne abbiamo le palle"

11.04.12 - 07:15
L'arbitro Simona Ghisletta si racconta dopo l'incandescente finale del torneo giovanile di Bellinzona: "I calciatori sanno anche essere carini, una volta uno mi ha invitato a cena durante una partita"
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"Anche noi donne abbiamo le palle"
L'arbitro Simona Ghisletta si racconta dopo l'incandescente finale del torneo giovanile di Bellinzona: "I calciatori sanno anche essere carini, una volta uno mi ha invitato a cena durante una partita"
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BELLINZONA – È stata costretta a usare il pugno di ferro e lei non si è tirata indietro, proprio come capita ai duri del far west. Nel ‘day after’ Simona Ghisletta si risveglia con l’adrenalina a mille. Perché arbitrare partite di fuoco come quella tra Basilea e Boca Juniors, ultimo atto del torneo internazionale giovanile di Bellinzona, non è facile. Soprattutto se sei donna e devi fare i conti con i pregiudizi di atleti e spettatori. Ma Simona non ci sta e zittisce gli scettici con i fatti: “Anche noi donne abbiamo le palle e sappiamo farci rispettare”. Lei, 36 anni, insegnante di scuola speciale, è l’unica donna arbitro ad avere la qualifica FIFA in Ticino (in Svizzera ce ne sono altre due). Lunedì sera le è toccato dirigere la finalissima del Comunale. Sfida incandescente, che ha messo a dura prova i suoi nervi. “Un po’ ero preparata, gli argentini interpretano il calcio con un agonismo esasperato”.

L’esame però lo hai superato a pieni voti.
"Arbitro da otto anni e quella di lunedì sera rappresentava un’esperienza nuova per me… In ambito femminile già da tempo dirigevo gare di livello internazionale, con gli uomini mi ero limitata, finora, alla prima lega svizzera. È chiaro che adesso, dopo questa finale, mi piacerebbe fare il salto di qualità anche in campo maschile".

Parliamo di pregiudizi…
"Da parte dei giocatori non li percepisco. Da parte del pubblico a volte sì, in passato mi sono già sentita dire di andare a fare la calzetta. Ma poi sta a me avere le spalle larghe".

Non sei mai stata offesa in campo?
"Mai in quanto donna, diciamo. Ma il malandazzo nei confronti degli arbitri, indipendentemente dal sesso, contagia tutto il calcio minore purtroppo. Ancora oggi mi capita di assistere a incontri di seconda, terza, quarta lega e mi metto le mani nei capelli. Sembra che si vada al campo solo per litigare, per sfogare le proprie frustrazioni".

Qual è la cosa che più ti dà fastidio nel calcio?
"La gente che cerca di ingannarmi o che mi provoca".

Cosa cambia tra arbitrare gli uomini e le donne?
"Cambia il ritmo soprattutto. Con i maschi c’è maggiore agonismo, più ritmo, ma se credete che le donne siano più tranquille vi sbagliate di grosso. Al contrario, tendono a urlare, a strillare. Forse perché fisicamente soffrono di più… A volte gridano così tanto che ti scappa quasi da ridere".

Hai già ricevuto avances da un calciatore?

"Qualche battutina stupida ogni tanto scappa. Una volta uno mi ha invitata a cena e il bello è che lo ha fatto in piena partita. I calciatori sanno anche essere gentili e carini".

E tu hai accettato?
"No, ho declinato cortesemente. Sono felice con il mio compagno, Roberto Ferrari, che tra l’altro è un arbitro dal passato importante. È stato lui a trasmettermi questa passione, dopo che ho smesso di giocare".

Chi è Simona Ghisletta nella vita di tutti i giorni?
"Una fortunata docente di scuola speciale a Bellinzona. Ho studiato psicologia e faccio un mestiere che mi permette di imparare parecchio dai ragazzi con difficoltà".

Cosa significa essere amico di una donna arbitro? Si rischia di prenderle?
"Ma no… I miei amici mi sostengono. L’altra sera, dopo la finale, ho ricevuto diversi messaggini incoraggianti".

Il segreto per essere un buon arbitro?
"Devi essere comprensiva, ma dall’altra parte non devi mostrare esitazioni. E poi devi sapere metterti in gioco, nello sport come nella vita".

Lunedì sera hai distribuito diversi cartellini…
"Quando si esagera con la violenza, è l’unico rimedio. Lo dico con il cuore, al termine di una partita io sono felice se nessuno si è fatto male".

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