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Decorticare la morte. Fino al suo cuore

AL CINEMADecorticare la morte. Fino al suo cuore

26.10.23 - 06:30
"Anatomie d'une chute" è un thriller drammatico estremamente potente. Non a caso si è aggiudicato la Palma d'oro al Festival di Cannes 2023
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Decorticare la morte. Fino al suo cuore
"Anatomie d'une chute" è un thriller drammatico estremamente potente. Non a caso si è aggiudicato la Palma d'oro al Festival di Cannes 2023

LUGANO - Decorticare la morte. Fino alla sua origine, al suo cuore. Senza fronzoli, con immagini difficili da guardare e tanto forti da sentire il bisogno di tapparsi le orecchie. “Anatomie d’une chute”, di Justine Triet e Palma d’Oro 2023 al Festival di Cannes, è un film la cui visione, ci teniamo subito a dirlo, non è adatta a tutti. La crudezza con la quale vengono affrontati gli eventi, i fatti in sé, rischiano di urtare le persone sensibili a determinate tematiche: in questo caso i temi del suicidio e della violenza coniugale. Perché?

Il lungometraggio è un thriller drammatico che gira intorno alla tragica morte di Samuel Maleski. L’uomo viene ritrovato senza vita ai piedi del suo chalet nelle montagne intorno a Grenoble dal figlio Daniel, appena undicenne. Sandra Müller, moglie della vittima e madre del bambino, dovrà affrontare un processo perché sospettata dell’omicidio del marito.

La vita della famiglia verrà sezionata come un corpo in un obitorio, analizzata sin nelle parti più intime che possono caratterizzare un nucleo famigliare. Ogni singola possibile dinamica della storia verrà ricostruita, saranno sentiti esperti e studiosi al fine di stabilire se si sia trattato di omicidio o suicidio. E nei giornali e nei salotti televisivi terrà banco la “funzione” dei libri di finzione scritti da lei rispetto alla realtà dei fatti tra sorrisi e speranze del macabro.

Nella sua finzione, “Anatomie d’une chute” è quanto di più sincero si possa avvicinare al reale svolgimento di un’indagine e di un processo, che esso sia giudiziario o del dolore. Lo stesso pubblico diventa parte della giuria, in quanto scopre insieme alla stessa la traiettoria della caduta, cosa indicano gli spruzzi di sangue, le violente liti e il bisogno di fuga del bambino.

È un film il cui punto di rottura non è solo la morte. Sono anzi tre gli eventi che modificano irrimediabilmente il corso della storia. C’è quello avvenuto anni prima: una ferita ancora sanguinante. Quello occorso ad appena 24 ore dai fatti del tragico evento, che segna la fine della speranza. Il terzo è appunto quello che dà il via al dramma.

È una storia che si rompe e che cambia di continuo, anche se i suoi personaggi sembrano imperturbabili, muri di marmo che non sembrano poter essere scossi nemmeno dal tremore più forte. Finché poi non crolla tutto. Più che un film, forse, è un tentativo di documentare la forza di una tragedia. L’impatto non solo di un corpo, mai dei corpi che con esso si schiantano al suolo. Perché quando qualcuno cade, non può che destabilizzare ogni singola superficie di chi resta.

“Anatomie d’une chute” sarà nelle principali sale ticinesi a partire dal 26 ottobre.

Telefono Amico - Se vorresti chiedere aiuto per te stesso/a o per una persona a te vicina, puoi chiamare il numero di sostegno 143. Il servizio è attivo 24 ore su 24 in Ticino e Grigioni italiano.

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