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FRANCIACharlie Hebdo, alle stelle le quotazioni sulle aste online

08.01.15 - 18:32
Le aste online per l'ultima edizione del settimanale stanno raggiungendo cifre da capogiro. Mercoledì la rivista sarà regolarmente in edicola, e con una tiratura aumentata a un milione di copie
Charlie Hebdo, alle stelle le quotazioni sulle aste online
Le aste online per l'ultima edizione del settimanale stanno raggiungendo cifre da capogiro. Mercoledì la rivista sarà regolarmente in edicola, e con una tiratura aumentata a un milione di copie

PARIGI - L’ultimo numero di Charlie Hebdo sta andando a ruba. Ormai introvabile nelle edicole, il numero 1177 è stato proposto su diversi siti di aste online, dove le offerte stanno raggiungendo cifre da capogiro. Stampato in 60’000 copie con "le previsioni del Mago Houellebecq" in copertina, il giornale ha raggiunto il valore anche di 650 o 1000 euro (1200 franchi). Si possono trovare venditori che puntano a 75’000 o addirittura 100’000 euro, ma non è detto che riceveranno risposta positiva.

Ebay ha dichiarato che non interverrà nelle trattative, che sono sempre state libere, ma in Francia i proventi da eventuali commissioni sulle vendite del settimanale verranno donate a Charlie Hebdo.

Charlie Hebdo comunque non molla, anzi moltiplica per dieci. Mercoledì prossimo la rivista sarà regolarmente in edicola, e con una tiratura aumentata a un milione di copie, dalle abituali centomila.

"È il modo dei sopravvissuti di rendere omaggio a quelli che non ci sono più. È il nostro modo di dire che non ci hanno uccisi, che siamo ancora in piedi, vivi, che non ce l'hanno fatta", ha dichiarato ai media l'avvocato del magazine satirico, Richard Malka, confermando una notizia che circolava fin da stamattina. La decisione della redazione, ha aggiunto, è stata unanime, senza alcuna esitazione, fondata su una forte determinazione a non arrendersi a integralismo e violenza.

"È molto duro, siamo tutti qui con la nostra pena, il nostro dolore, le nostre paure. Ma lo faremo lo stesso, perché la stupidità non deve vincere - ha spiegato in tono commosso Patrick Pelloux, medico d'urgenza e cronista di Charlie Hebdo, tra i primi ad accorrere ieri sul luogo della sparatoria - Charb diceva sempre che il giornale deve uscire a tutti i costi". Un impegno onorato senza sosta fino a ieri, nonostante le minacce, la scorta di polizia, e i conti spesso in rosso.

Il prossimo numero di Charlie Hebdo, hanno spiegato i due rappresentanti della redazione, sarà un'edizione ridotta, di sole otto pagine, ma di grande importanza per il suo valore simbolico. I contenuti saranno realizzati "unicamente dal piccolo gruppo di superstiti" dell'attacco di ieri, ma la produzione beneficerà dell'aiuto logistico di numerosi attori della stampa francese.

"Non abbiamo più mezzi, non una matita, non un computer. Non abbiamo più una sede, non abbiamo più niente. Ma per fortuna la solidarietà si mobilita - ha detto ancora Malka -. E grazie a questa solidarietà le cose diventano possibili, e la speranza, quella, la possiamo mantenere in un angolo del nostro cuore, che non è ancora totalmente morto".

I primi ad offrire il loro aiuto, già ieri sera, sono stati i gruppi di radio e tv pubblica, Radio France e France Television, e Le Monde, che in una nota congiunta hanno annunciato che metteranno a disposizione "tutti i loro mezzi umani e materiali" per consentire a Charlie Hebdo di "continuare a vivere". Oggi, è stata la volta del quotidiano Liberation, che ha offerto di ospitare il lavoro della redazione nei suoi locali, fino a quando la sede dove è avvenuta la sparatoria resterà sigillata dalla polizia.

Un rilevante aiuto finanziario è arrivato poi dall'Unione degli editori di giornali e da Google, che contribuiranno ai costi di produzione del prossimo numero della rivista satirica con 250'000 euro ciascuno, presi da fondi per lo sviluppo della stampa e l'innovazione digitale. Il gruppo di distribuzione PressTalis, infine, ha deciso di rinunciare a tutte le commissioni sulla diffusione delle copie di Charlie Hebdo.

Prima dell'attacco, Charlie Hebdo era sull'orlo del fallimento e aveva paura di chiudere per mancanza di vendite, ferme a 30.000 copie. In novembre era stato lanciato un appello per ricevere donazioni, ma non aveva ricevuto molti finanziamenti.

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