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FRANCIANiente burkini in spiagga, crescono le polemiche

16.08.16 - 16:27
Diverse associazioni di tutela dei diritti dell'uomo insorgono contro un provvedimento che ritengono discriminatorio
Niente burkini in spiagga, crescono le polemiche
Diverse associazioni di tutela dei diritti dell'uomo insorgono contro un provvedimento che ritengono discriminatorio

PARIGI - Mentre anche il sindaco di Le Touquet, località balneare nel nord della Francia, annuncia il divieto di portare il burkini sulle spiagge del territorio comunale, diverse associazioni di tutela dei diritti dell'uomo insorgono contro un provvedimento che ritengono discriminatorio.

Vietare questi costumi da bagno che coprono tutto il corpo, usati dai musulmani molto osservanti, è «un gesto di stigmatizzazione che lede le libertà individuali», ha commentato ai microfoni di France Info il presidente onorario della Lega dei diritti dell'uomo (Ldh), Michel Tubiana, secondo cui «non si deve imporre alle persone, qualsiasi cosa si pensi del significato del burkini, il modo in cui si devono vestire». L'attivista critica anche il governo, che a suo parere avrebbe dovuto prendere posizione contro le ordinanze di divieto.

Si è mosso invece sul fronte giudiziario il Consiglio contro l'islamofobia in Francia, che ha presentato ricorso d'urgenza al Consiglio di Stato contro il provvedimento della città di Cannes che vieta il burkini. Una prima richiesta di blocco del provvedimento, presentata al tribunale amministrativo di Nizza, è stata respinta. Sempre secondo quanto riferisce France Info, l'esempio è stato seguito da diverse altre associazioni, islamiche ma anche laiche, che si sono rivolte ai tribunali competenti per chiedere l'annullamento dei divieti.

Nel frattempo, è arrivata la presa di posizione del primo esponente del governo a esprimersi in materia, il ministro dei Diritti delle donne Laurence Rossignol, che si dice d'accordo con la necessità di «combattere il burkini» ma senza dietrologie. «È una versione da spiaggia del burqa, perché è la stessa logica: si tratta di rinchiudere, di dissimulare il corpo delle donne per controllarle meglio», spiega al quotidiano Le Parisien, bollando il costume integrale come "simbolo di un progetto politico ostile alla mescolanza e all'emancipazione delle donne".

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