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BERLINO - Il ministero degli esteri israeliano intende lavorare per ricomporre la disputa tra stato ebraico e Vaticano nata dopo le recenti affermazioni sul terrorismo da parte del papa Benedetto XVI.
Le differenze di opinioni non rappresentano una crisi seria - ha detto il direttore generale del ministero degli esteri israeliano Ron Prosor in un'intervista all'ultimo numero del settimanale tedesco Juedische Allgemeine.
Tra Vaticano e governo d'Israele c'è stata frizione nei giorni scorsi dopo che il papa Benedetto XVI - condannando i vari episodi di terrorismo nel mondo - aveva citato fra i posti colpiti Londra, la Turchia, Madrid ma non Israele.
"Israele intrattiene buoni rapporti diplomatici con il Vaticano", ha detto Prosor che ha aggiunto come "tra amici capiti che ci siano differenze di opinioni". "Esse vanno esaminate e risolte".
Il rappresentante israeliano ha rilevato peraltro come il papa Benedetto XVI abbia costantemente sottolineato l'importanza che per lui hanno i rapporti tra la Chiesa cattolica e il popolo ebraico. "Da anni il pontefice ha lavorato per il superamento della frattura tra cristiani e ebrei", ha aggiunto Prosor.
E proprio per questo - ha osservato il direttore generale del ministero degli esteri - il governo israeliano si sarebbe aspettato che il papa nella sua condanna dei recenti atti terroristici menzionasse anche l'attentato suicida di Netanja, nel quale cinque israeliani sono rimasti uccisi. Prosor ha detto tuttavia di non temere serie conseguenze negative sul dialogo fra cattolici e ebrei.
"La visita di papa Benedetto XVI alla sinagoga di Colonia sarà un altro passo storico. Il pontefice inoltre ha già accettato un invito del governo di Gerusalemme a visitare Israele", ha detto Prosor. Papa Ratzinger visiterà la sinagoga di Colonia durante la visita che effettuerà nella seconda metà di agosto nella città renana in occasione delle Giornate mondiali della gioventù.
