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LUGANOQuando il vicino è musulmano...

01.06.11 - 16:14
Visita alla moschea di Viganello per la festa dei vicini di Lugano
Ticinonline / Salvatore Medici
Quando il vicino è musulmano...
Visita alla moschea di Viganello per la festa dei vicini di Lugano

LUGANO - Alla moschea di Viganello ieri è stata una giornata di festa. Tra le 2500 persone che hanno aderito alla giornata dei vicini, che si celebra da qualche anno a Lugano e in tutto il mondo , una sessantina si sono ritrovate al centro culturale e di preghiera islamico di via Bottogno per trascorrere una serata in compagnia. Attorno alle tavole imbandite di dolci e carni speziate d'aromi d'oriente uomini e donne dai Balcani, dal Medio Oriente, dall'Africa, ma anche dall'Italia e dal Ticino. A riunire tutti quanti è stata la volontà comune di stare insieme, di conoscersi per superare pregiudizi e paure. Un incontro carico di significato.

L'imam: "Una bella giornata di festa" - Padrone, per così dire, di casa è l'imam Jelassi Radouan Samir: "Questa è una bella giornata per la comunità islamica di Viganello. Un'occasione importante per farci conoscere. E' dovere di ogni musulmano aprire le proprie porte affinché a trionfare siano l'accoglienza e quello spirito di solidarietà che unisce tutti gli esseri umani".

Hot dog "halal" - Dietro di lui un signore di origini irachene, da ormai trent'anni in Ticino, impegnato a preparare e a distribuire dei panini imbottiti: "Questi hot dog sono di carne di manzo e di vitello macellata secondo le regole halal. Sono consapevole che questa è una pratica contestata dagli animalisti. Questo rituale, che prevede lo sgozzamento dell’animale appartiene alle nostre tradizioni e serve a purificare la carne, così come vuole il nostro Dio".

Una donna ticinese: "Un'esperienza che arricchisce" - All'interno del luogo di culto bambini che giocano e si rincorrono e donne che chiacchierano attorno a due tavoli. Donne  provenienti da diversi paesi musulmani, ma anche dall'Europa e dal Ticino. E' infatti una ragazza europea, una ragazza ticinese di origini kossovare ad illustrarci le varie pietanze preparate e consumate per l'occasione. "E' un incontro di varie culture culinarie - ci dice sorridendo - dalle patate al forno cotte secondo la tradizione araba alla classica foresta nera locale". "Quest'anno ho portato uno sciroppo - racconta una signora ticinese doc di Viganello seduta accanto a una signora di origini balcaniche - rigorosamente senz'alcool. Questo non è il primo anno che partecipo a questa festa e trovo quest'iniziativa molto bella e arricchente".

La coppia italo-bosniaca - L'imam ci accompagna ad un altro tavolo. Un ragazzo di origini siriane, ridendo, ci dice di spegnere la telecamera. "C'è lui che sta raccontando una barzelletta - meglio spegnere!". Il “barzellettiere”, un signore dai capelli bianchi e gli occhi chiari e si presenta: "Sono di Viganello e sono siciliano. Anzi no - dice ridendo - non sono siciliano, sono palermitano!” Di fronte a lui un altro signore con i baffi e gli occhiali dal caratteristico accento lombardo-ticinese: "Guardi, abito proprio in quella palazzina lì di fronte - ci indica con il dito puntato verso la strada. "Sono qui - ci spiega - semplicemente perché questi sono i miei vicini e sono stato invitato da loro. Ticinesi,italiani, musulmani, cristiani. Ci vediamo e stiamo insieme anche in altre occasioni, non soltanto per questa festa dei vicini. Andiamo tutti d'accordo perché c'è rispetto reciproco e stima. E secondo me sono queste le basi per costruire una bella amicizia". Intanto una signora con un leggero velo trasparente raggiunge il palermitano di viganello: "Io sono bosniaca e mio marito siciliano. Ci siamo innamorati e ci siamo sposati. Quando c'era la Jugoslavia eravamo tutti jugoslavi, anche se ognuno manteneva la propria identità culturale e religiosa. Poi è arrivata la guerra e, purtroppo, la tragedia". "La tragedia di tante persone innocenti uccise - aggiunge il marito riferendosi al massacro di Srebrenica e all'arresto di Ratko Mladic. Basta con le guerre. E’ tempo di pace!".

Due giovani kosovari: "Combattiamo i pregiudizi" - Attorno a noi è un via vai di persone che si salutano, si stringono le mani e che vengono invitate a sedersi e a mangiare qualcosa. Quando ormai giunge il momento dei saluti e dei ringraziamenti arrivano due giovani di Viganello: "Siamo di origine kossovara - dice uno dei due - e siamo semplicemente musulmani, né più e né meno. Siamo tranquilli. Professiamo una religione di pace e noi, che siamo giovani,  siamo cresciuti in Ticino, ma siamo allo stesso tempo kossovari, abbiamo un doppio compito. Il primo è quello di far capire che essere musulmani non vuol dire essere diversi dagli altri. Il secondo compito, difficile quanto il primo, è quello di lavorare e fare di tutto affinché vengano spazzati via quei pregiudizi così diffusi tra la popolazione che troppo spesso ci dipinge come cattivi e creatori di problemi".

L'arrivederci dell'imam - L'imam, intanto, si siede, finalmente, al tavolo. Dopo l’hot dog, ci viene offerto del tè. Vicino a lui i suoi vicini, musulmani e non. E' il momento dei saluti. Si conclude una bella giornata di festa. Altri sorrisi, altre strette di mano. L'invito è quello di tornare: "Speriamo di rivederci - conclude l'imam rivolgendosi a noi - "E' giusto tracciare una via, quella della pace. Il nostro auspicio è che entrambi, musulmani e cristiani, facciano un passo reciproco per venirsi incontro e conoscersi. Soltanto in questo modo si potranno superare diffidenze e paure".
 

red

Foto Ticinonline / s.m.

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