Insulti, vestiti strappati e gomme tagliate. Il racconto dell'arbitro Jérôme Laperrière: "Ho vissuto attimi di paura. Non ho fatto apposta a sbagliare, io il Ticino lo adoro e ho tanti amici dalle vostre parti"
BELLINZONA – “Lo ammetto. Ho avuto paura. Ho dei figli e sono un essere umano. C’era un clima surreale nel tunnel degli spogliatoi. Tutti ce l’avevano con me”. A parlare è Jérôme Laperrière, l'arbitro che ha diretto la partita di mercoledì sera tra Bellinzona e San Gallo. La sfida era quella della vita o della morte. Sull’1 a 1 l’arbitro romando nega un rigore nettissimo a favore del Bellinzona e fa imbestialire tifosi e giocatori granata. Un rigore così limpido che riguardando l'azione in televisione Laperrière non ha potuto fare altro che ammettere l'errore: “È stata una decisione sbagliata. Durante l'azione ho pensato che il portiere sangallese Lopar avesse toccato il pallone”. Poi la replica a chi ha vissuto questo episodio come un’offesa a tutto il Ticino. In primis l’allenatore granata Carlo Tebi. “Io – dice l’arbitro – il Ticino lo adoro. È una delle regioni più belle della Svizzera. Non offenderei mai i ticinesi”.
Terrore - L’errore di mercoledì sera ha provocato rabbia e indignazione allo stadio Comunale. Lo spogliatoio degli arbitri, nonostante la presenza di custodi che assicurano il divieto d'entrata, è stato completamento devastato e i vestiti del direttore di gara e dei suoi assistenti sono stati strappati. Per ragioni di sicurezza Laperrière e i suoi assistenti sono stati accompagnati in un’altra stanza dove gli agenti di polizia hanno assicurato la loro incolumità: “Siamo rimasti rinchiusi lì dentro sotto la protezione della polizia – ammette –. Sono stati istanti terribili. Ero terrorizzato. Chi non lo sarebbe in una situazione del genere?”
Sorpresa - Quando finalmente le acque si sono calmate il trio arbitrale è stato fatto uscire da una porta secondaria dello stadio. E poi la sorpresa. La sua auto parcheggiata nei pressi dello stadio aveva una gomma bucata e la carrozzeria graffiata. “Il TCS è dovuto intervenire per la riparazione” ha aggiunto il direttore di gara che è stato costretto a indossare una maglietta e dei pantaloncini d'emergenza. L’arbitro romando continua a ripeterlo: “Mi scuso davvero. Sono sincero. Io in Ticino vengo in vacanza, ho diversi amici dalle vostre parti”.
P.D’A./P.M.
Foto gentilmente concesse da Jérôme Laperrière