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LUGANOGrandi manovre al polo (culturale)

01.12.10 - 16:02
Sempre più polemiche e contrasti al LAC, Lugano Arte Contemporanea
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Grandi manovre al polo (culturale)
Sempre più polemiche e contrasti al LAC, Lugano Arte Contemporanea

LUGANO - A sei mesi esatti dalle dimissioni-bomba del Professor Bruno Corà da direttore del Museo d'Arte e coordinatore del Polo Culturale della Città di Lugano, quello che oggi si chiama LAC, Lugano Arte Contemporanea si trova ancora nella bufera. Le prime voci di grandi manovre, problemi interni e addirittura segnali di uscite clamorose ai vertici sono giunte da un editore d’arte di Milano fornitore del LAC, un’altra conferma del tanto criticato ‘eccessivo spostamento a Sud’ del polo culturale luganese che molti vorrebbero più elvetico e bilanciato con Basilea, Zurigo e Ginevra.

Sta di fatto che Lidia Schiappacassi-Carrion con cui si erano palesati forti contrasti da parte del dimissionario Corà del quale aveva cancellato mostre e iniziative ha preso un periodo di vacanza e riflessione per decidere se e come continuare il suo rapporto con il LAC.
In ambito comunale, una fonte interna attendibile ha dichiarato che “Carrion ha molte difficoltà, perché il Sindaco ha deciso che il LAC è un progetto ora sotto la sua esclusiva competenza, sottraendolo così a Giovanna Masoni che per ripicca ha allora separato tutte le attività della cultura dal LAC e Carrion si trova così a dover creare una carrozzeria senza aver potere sul motore”.

Insomma, polemiche personali, incertezze professionali e operative, dubbi sulla competenza di alcuni. Ma soprattutto è scottante il tema del davvero esiguo numero dei visitatori alle mostre organizzate a Lugano. Cifre che sono desolanti, anche se i circa 45 000 visitatori complessivi l'anno attirati da Corà si dice equivalgano a quanto registrato nelle gestioni precedenti. Il fatto è che gli investimenti, i costi, le spese correnti del LAC appaiono enormi, per le mostre, secondo una fonte interna, si parlerebbe di circa 1,2 milioni di franchi a disposizione della sola Carrion, rispetto al milione che aveva Corà.

Se, in generale, si potrebbe comprendere un investimento a lungo termine per un complesso architettonico e urbanistico, culturale, artistico e teatrale, forse non si giustifica appieno un progetto troppo ambizioso rispetto a quanto evidenzia la realtà concreta: mostre poco attrattive, proposte non esaltanti né particolarmente innovative o di richiamo sul versante scientifico-specialistico e, diciamolo, totale disinteresse da parte della popolazione e dei visitatori. Per tacere delle riserve sul tema da parte di intellettuali, artisti e persone di cultura del Ticino.

RED
 

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