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TICINOI segreti del pioniere dei bordelli: "Non sono uno sfascia-famiglie"

26.02.10 - 10:11
Ulisse Albertalli, boss del bar Oceano racconta i suoi aneddoti: "Se uno va con le prostitute significa che ha già problemi con la moglie". Poi garantisce: "Io le ragazze non le ho mai toccate. Meritano rispetto".
Keystone
I segreti del pioniere dei bordelli: "Non sono uno sfascia-famiglie"
Ulisse Albertalli, boss del bar Oceano racconta i suoi aneddoti: "Se uno va con le prostitute significa che ha già problemi con la moglie". Poi garantisce: "Io le ragazze non le ho mai toccate. Meritano rispetto".

LUGANO - Si chiama Ulisse, ma le sue sirene non sono quelle mitologiche narrate da Omero. Di cognome fa Albertalli, ha 60 anni ed è originario di Roveredo Grigioni. Lui è il pioniere dei bordelli in Ticino. E le sue sirene sono le ragazze del Bar Oceano a Pazzallo, locale a luci rosse che gestisce da un paio d’anni. La carriera di Ulisse nel mondo della prostituzione è iniziata nel 1995, al timone del Gabbiano, quando per i turisti del sesso alle nostre latitudini c’era ancora il Tortuga come unica alternativa. Dal 2003 al 2007 ha vissuto in Spagna. Poi ha deciso di tornare. “Perché ho saputo – spiega – che in Ticino c’erano troppe cose che non andavano”.

Ad esempio?
Troppi gerenti abusavano delle prostitute. E troppe cose venivano fatte di nascosto perché la legge non è chiara. Anche per questo ho voluto la fondazione della CASI, l’associazione che riunisce locali a luci rosse pronti a battersi per la sicurezza e la salute di ragazze e clienti.

A un certo punto lei ha deciso di espatriare in Spagna, in Galizia. Perché?
È stata l’uccisione di una ragazza al Gabbiano a convincermi a fare le valigie. L’ho trovata sgozzata. Era stato un cliente. Sono rimasto traumatizzato da quell’episodio. Ero stufo, nauseato.

E in Spagna cosa ha fatto?
Gestivo due locali. Un bar e un bordello.

Lei è “fissato” con i bordelli…
Guardi, io ho fatto la scuola alberghiera. Per me lavorare in un bordello equivale a gestire qualsiasi altro locale. Le prostitute, dal mio punto di vista, equivalgono a delle clienti che pagano per avere una camera da me.

Significa che lei non ha mai toccato una prostituta?
Ma ci mancherebbe! Queste ragazze meritano rispetto come qualsiasi altra persona. Ecco perché mi dà fastidio sentire che molti gerenti approfittano della loro posizione per andare a letto gratis con le ragazze. All’Oceano se un dipendente sgarra, lo licenzio. Questo andazzo in Ticino deve finire.

Lo sa che alcuni la definiscono uno sfascia-famiglie?
Se un uomo viene al bordello è perché qualcosa non funziona con sua moglie. Il problema è a monte. Se uno sta bene con la propria metà non credo proprio che vada a prostitute.

Quindi lei non ha sensi di colpa a causa della sua attività?
No. E poi, francamente, è meglio andare con una prostituta piuttosto che avere un’amante. Almeno non c’è coinvolgimento emotivo.

E con la sua, di famiglia, come va?
Sono sposato e ho quattro figli. Andiamo d’accordo…

Sua moglie approva il suo lavoro?
Certo. Perché non dovrebbe?

Mi pare di capire che a lei non piacciano i bacchettoni…
Spesso chi fa il bacchettone è il primo ad andare con le prostitute. Alcuni, magari, hanno anche tendenze pedofile. No, io dei moralismi non ne voglio sapere. Se proprio vogliamo fare qualcosa di etico, direi che è ora di dare una dignità a chi per un motivo o per l’altro sceglie di fare la prostituta di professione.

Si spieghi meglio…
Attualmente le ragazze dell’est possono ottenere un permesso. Per le brasiliane, le colombiane, eccetera, invece, è dura. E questa lacuna della legge costringe i gerenti a barare, a tenere delle persone di nascosto. Spero che l’onorevole Pedrazzini dia seguito alla mozione di Savoia come gli ha chiesto il parlamento nell’aprile scorso, predisponendo un progetto pilota. Così i gerenti diventeranno più responsabili e pagheranno correttamente tutte le imposte allo Stato.

Il presidente della CASI: Gli uomini sposati in crisi? “Il bordello è una valvola di sfogo”.

La CASI, associazione che riunisce i locali a luci rosse con l’idea comune di lottare contro gli abusi, sembra essere in crisi. Al momento della fondazione (2005) erano in 14 i bordelli ad aderire al sodalizio. Oggi sono rimasti in cinque: l’Oceano di Pazzallo, l’Hollywood di Cadenazzo, il Gottardo di Arbedo, il Nautilus di Taverne e il Calypso di Melano. “Il fatto è – spiega Diego Alfiedi, presidente della CASI – che abbiamo irrigidito le regole. E in molti hanno deciso di lasciare l’associazione”.

Ci spieghi un po’ cosa è cambiato…
Le faccio alcuni esempi. Abbiamo imposto la videosorveglianza nei locali. E si è stabilito che le prostitute non devono essere costrette a fare qualcosa. Evidentemente non tutti erano d’accordo…

Ora che obiettivi avete?
Vogliamo combattere il fenomeno dei magnaccia. Basta con la gente che sfrutta le prostitute. Ma lo Stato ci deve aiutare…

Come?
Facendo in modo che anche le prostitute extracomunitarie possano lavorare in Ticino senza nascondersi. Dopotutto le sudamericane sono le prostitute di gran lunga più gettonate. Non bisogna, inoltre, dimenticare che queste ragazze creano indotti economici per l’economia locale. Mangiano, fanno acquisti…

Non le pare che con queste parole stia incitando lo Stato a sostenere la prostituzione?
Ma queste donne, comunque, fanno guadagnare i ticinesi. Non è giusto che siano costrette a lavorare in nero. Non dimentichiamo che per molta gente le prostitute costituiscono una valvola di sfogo. L’80% degli uomini che frequentano i bordelli sono sposati e hanno problemi con le rispettive mogli.

E andare al bordello le sembra il modo per risolvere i problemi?
Dal mio punto di vista, in un certo senso sì. 

 

red

 

Foto apertura (archivio): Keystone

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