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TICINO"Basta tasse ai ticinesi. Tassiamo i frontalieri"

25.08.08 - 13:34
E' una delle proposta dell'UDC per risanare i conti del Cantone. E poi su Banca Stato: "Se non si è liberali non si fa carriera. Semiprivatizzare per il bene dell'istituto"
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"Basta tasse ai ticinesi. Tassiamo i frontalieri"
E' una delle proposta dell'UDC per risanare i conti del Cantone. E poi su Banca Stato: "Se non si è liberali non si fa carriera. Semiprivatizzare per il bene dell'istituto"
LUGANO - Risanamento dei conti pubblici e semiprivatizzazione di Banca Stato. E’ un UDC battagliera quella che si è presentata questa mattina all’Hotel Dante di Lugano, dove il Presidente Pierre Rusconi, insieme al segretario cantonale Eros Mellini e i deputati in Gran Consiglio Marco Chiesa e Gabriele Pinoja, ha presentato le proposte dell’”unico partito di opposizione in Ticino” per risanare il bilancio cantonale e dare un nuovo assetto alla Banca dello Stato.


Banca dello Stato, l’UDC propone la semiprivatizzazione

E proprio sulla Banca cantonale Marco Chiesa ha sferrato un attacco senza mezzi termini: “Banca Stato è in balia a politici scaltri e braccia strappate all’agricoltura". Se non si è liberali all’interno di quell’istituto, carriera non se ne fa. E i membri di Direzione non sono all’altezza dei compiti che devono svolgere”. Parole di fuoco, quelle pronunciate dal giovane gran consigliere che sono frutto di un’analisi sull’andamento dell’istituto di credito cantonale dalla quale scaturiscono conclusioni impietose, rafforzate anche dalle opinioni riportate dalla stampa da illustri analisti: “
Oltre alla mancanza di un sistema meritocratico – sostiene Chiesa - le lacune in Banca Stato sono parecchie, a partire da piattaforme informatiche lacunose, tempi di attesa troppo lunghi per poter beneficiare di crediti di costruzione , mancanza di posti di stage per i giovani ticinesi e mancanza di incentivi per aumentare la redditività di tutto il personale”
. Chiesa ha poi ricordato, oltre alla classifica stilata dal mensile economico-finanziario Bilan che pone la Banca dello Stato fanalino di coda tra le banche cantonali svizzere, anche degli articoli dei giornalisti Ronny Bianchi e Amalia Almirante, da cui emergerebbero mancanza di competitività dell’istituto e l’incapacità di sfruttare i punti di forza che ha Banca Stato nei confronti della sua diretta concorrente, Banca Raiffeisen, premiata quest’ultima dai clienti ticinesi”. Tabelle e dati alla mano, Marco Chiesa ha accusato l’Istituto di operare a cosmesi contabili che, attraverso la riduzione degli accantonamenti (scesi nell’ultimo anno a 200mila franchi – “Giusto per coprire i costi delle lampadine usate – ha ironizzato Marco Chiesa) si “creerebbero degli utili netti lontani dalla realtà”.

Alla luce di questa situazione, l’UDC, che vuole una Banca Stato “che ritorni a fare l’interesse dei cittadini ticinesi”, propone la semiprivatizzazione dell’Istituto, “sull’esempio di altri 13 cantoni”. Insomma una SA che tenga conto di “un sano confronto interno tra pubblico e privato nell’interesse del mandato pubblico e che obblighi la partenza degli incapaci”.

Le proposte per risanare i conti del Cantone

Un altro cavallo di battaglia dell’UDC è la manovra finanziaria presentata dal Governo per risanare i conti entro fine legislatura. “Sono state disattese le promesse – ha esordito Rusconi – il Governo aumenterà le tasse e noi non ci stiamo”. In tutti i casi, nonostante le critiche rivolte al Consiglio di Stato sulla mancanza di coraggio nell’operare decisi tagli sulle spese generali (sul personale e per beni e servizi) e sui provvedimenti di aumento del carico fiscale che si riverserà in parte sui Comuni, l’UDC propone al Governo una serie di proposte “che non metterebbero le mani nelle tasche dei ticinesi”. Tra le proposte presentate, quella che più ha suscitato interesse ed interrogativi è la cosiddetta
“Tassa sul frontalierato”
che,
attraverso un contributo mensile di 50 franchi
per ogni singolo frontaliere, farebbe affluire in cassa ben 25 milioni di franchi all’anno. “In Ticino – ha spiegato Rusconi, ideatore di questa nuova tassa – i 10 milioni di transiti annui generano costi e inquinamento che si riversano tutti sulle spalle dei ticinesi. Non vedo perché i servizi che mettiamo a disposizione anche per loro, come per esempio il Park and Ride e tutto l’inquinamento generato debbano essere soltanto ricadere su di noi”. E prendendo come modello l’ecopass di Milano e di Londra, l’UDC chiede di introdurre una tassa mensile, ma solo per i frontalieri, indipendentemente dal reddito.

L’UDC poi propone la
revisione degli accordi tra il Canton Ticino e Campione d’Italia.
Dall’enclave italiana l’UDC vorrebbe ritornare a una richiesta d’indennizzo di minimo 3 milioni di franchi, a fronte dei 600mila attuali.

Dai due “gioiellini” del Cantone,
AET e Banca dello Stato, l’UDC propone un riversamento di 50 milioni di franchi, anziché dei 32 milioni attuali
, il che comporterebbe un aumento di entrate per il cantone di 18 milioni di franchi. Con la privatizzazione parziale di Banca Stato inoltre si ridurrebbe il debito pubblico e quindi 20 milioni di risparmi sugli interessi passivi. Per quanto riguarda il personale del cantone, l’UDC propone il blocco totale delle assunzioni senza se e senza ma per 3 anni che porterebbe un risparmio di 15 milioni di franchi annuali. Infine
sulle spese sui beni e servizi, l’UDC propone un 5% di taglio lineare
che porterebbe a 12 milioni di franchi all’anno di risparmio, a fronte dei 4 proposti dal Governo.



Foto d'apertura: Tipress / Francesca David Agosta

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