Donna insultata alle Gole della Breggia dopo avere chiesto la quiete. Casi analoghi in Valle Maggia. «Ma gli adulti di oggi sono i maleducati di ieri», dice l’esperto
MORBIO INFERIORE – «Ho solo chiesto a quei ragazzi di abbassare il volume della musica. Mi hanno risposto malissimo, dandomi della “vecchia cretina”. Eppure, io vado al fiume per rilassarmi». Cronaca di un banale episodio verificatosi di recente al Parco delle Gole della Breggia, a Morbio Inferiore. Ma che evidenzia uno dei trend dell’estate: teenagers che si presentano nelle spiagge più discoste con l’iPhone in pugno collegato a micro casse. E con la musica “a manetta”. «Un gruppo di giovani è stato in spiaggia col volume alto per l’intero pomeriggio – racconta una bagnante di Aurigeno, in Valle Maggia –. Io e il mio compagno non abbiamo potuto rilassarci per un solo secondo».
Supporti più pratici e leggeri – «La musica è da sempre un collante per i ragazzi – sostiene Marco Baudino, esperto di politiche giovanili –. Una volta c’era la chitarra, c’erano le canzoni cantate attorno al fuoco. Poi sono arrivati gli stereo, da mettere in spalla. Adesso sono semplicemente cambiati i supporti. Sono più leggeri, più maneggevoli. È forse più facile portarseli con sé».
Divieti e polizia – In parecchi lidi della Svizzera italiana da alcuni anni vige il divieto per i bagnanti di mettere musica ad alto volume. Diverso il discorso per quanto riguarda le zone più naturali. In alcuni casi, e soprattutto a tarda ora, le polizie vengono sollecitate e invitate a fare rispettare l’ordine pubblico. Accade, ad esempio, al pozzo di Tegna, spesso ambito per serate in compagnia. Più in generale, però, ci si aggrappa al buonsenso delle persone coinvolte.
Gioventù (da sempre) bruciata – «Io penso che non tutto sia da buttare – dice Baudino –. Giovani che ascoltano la musica possono portare allegria, vita. Quando si verificano questi episodi, si parla tanto di maleducazione. Ma spesso ci si dimentica che gli adulti di oggi sono i maleducati di ieri. Il giovane si deve confrontare con le regole della convivenza civile. Ai giovani piace ricercare, scoprire. Lo facevano anche quelli della nostra generazione. Già ai tempi di Esiodo, nel 700 avanti Cristo, si scriveva che la gioventù era sfacciata e maleducata».
Compromessi e tolleranza – «A volte non sai neanche cosa dire a questi ragazzi – evidenzia un frequentatore del fiume Verzasca –. Per evitare polemiche, te ne stai zitto. È anche un po’ frustrante». «Il problema è anche un altro – puntualizza Baudino –. La società è sempre meno tollerante, si prova fastidio per tutto. Appena uno emette il minimo rumore, sentiamo il bisogno di censurarlo. La libertà individuale termina nel momento in cui impedisci la libertà altrui. C’è modo e modo di chiedere di abbassare il volume o di rispettare la quiete. Intervenire con cortesia per fare notare un disturbo o un danno a terzi è educativo».