Le autorità leonine istituiscono un tavolo di lavoro per «ristabilire una situazione di convivenza civile, arginando il disagio che in questi ultimi tempi si è vieppiù diffuso»
CHIASSO - Ai tempi via Odescalchi era una delle vie più caratteristiche della Chiasso popolare. Tante le famiglie immigrate provenienti dal meridione d'Italia che popolavano l'isolato. Nel vicino campetto e parchetto di via Maestri Comacini, ancora negli anni '80 si giocava a calcio ed erano tanti i bambini che si ritrovavano per trascorrere ore liete nelle lunghe giornate d'estate. Un centro aggregativo che, ormai da tanti anni, non c'è più. Ancora in quegli anni, a portare i bambini a scuola era la cara vecchia "Caffettiera", autobus con il muso allungato che già allora era un vero e proprio oldtimer.
Ricordi sfumati e nostalgici di una Chiasso che non c'è più. Oggi la realtà è divenuta più difficile e complicata. Nel palazzone, divenuto tristemente noto ad inizio ottobre del 2015 in tutto il Cantone per la sparatoria che causò la morte di un suo inquilino, un cittadino portoghese di 35 anni, vivono perlopiù persone che beneficiano dell'assistenza sociale e dell'aiuto pubblico. Vite ai margini di una cittadina di confine che, analogamente ai principali comuni del cantone, deve affrontare e gestire l'arrivo di persone escluse dal lavoro e che necessitano di un sostegno finanziario per sopravvivere.
Visti gli ultimi fatti che si sono verificati in quella zona, si ricorda anche il violento incendio che ha divorato un appartamento a fine novembre, le autorità leonine hanno ora intenzione di istituire un tavolo di lavoro al quale, si legge nel comunicato stampa diramato mercoledì sera, «parteciperanno le diverse persone coinvolte nella locazione di questi appartamenti, ossia il proprietario, il Municipio , la Polizia comunale per il rispetto dell'ordine pubblico, l'Ufficio Tecnico comunale per la verifica dell'implementazione di determinate infrastrutture per la sicurezza e la tranquillità degli inquilini, nonché i Servizi sociali comunali e cantonali, incluso il Soccorso Operai - SOS Ticino, per un controllo del rispetto dei requisiti base da parte di quegli inquilini in favore dei quali è stato possibile reperire una locazione».
Lo scopo è di trovare le soluzioni, «nell'interesse di tutti», «nel ristabilire una situazione di convivenza civile, arginando il disagio che in questi ultimi tempi si è vieppiù più diffuso».
Il Municipio di Chiasso, vista la situazione, informa di «avere incontrato il proprietario di alcuni stabili di via Odescalchi, per uno scambio aperto di vedute sui fatti che si sono verificati in quell'area negli ultimi tempi».
Proprietario che è stato chiamato all'intervento celere per approtare «determinate migliorie tecniche e di natura pragmatica, atte a mettere un po' di ordine e di pulizia negli arredi degli stessi inquilini, in modo particolare negli spazi comuni delle costruzioni.»
Inoltre vi è l'accordo tra autorità e proprietario dell'immobile «affinché venga esercitato un controllo più incisivo sul rispetto da entrambe le parti, sia del locatore, sia dei locatari, di quelli che sono normalmente i contenuti di un regolamento condominiale». Un incontro tra ente pubblico e proprietario che avverrà a scadenze regolare, ogni 3/4 mesi.