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Gran Consiglio -PSNadia Petra Pittà

21.02.11 - 09:29
Nadia Petra Pittà

Mi chiamo Nadia Petra Pittà, sono nata il 7 novembre 1974 a Coira e sono cresciuta a Zalende - un paesino della Val Poschiavo. Lasciato il Grigioni italiano, ho prima conseguito la maturità in Engadina e poi studiato Economia politica (Volkswirtschaft) e Sociologia all’Università di Berna.  La vita mi ha poi portata a lavorare alcuni anni in Italia e subito dopo in Ticino dove, dopo essermi occupata di pianificazione dei giornalisti alla RSI, ho ricoperto il ruolo di Segretaria cantonale per il Sindacato dei servizi pubblici VPOD (responsabile dei settori sanità, socialità e donne) e quello di di Segretaria Generale all'Ordine dei Medici del Cantone Ticino.
Oggi sono Capo del Centro regionale del Servizio civile e condivido la mia vita con Manuel , a San Nazzaro. Il tempo libero lo dedico a famiglia, amici e… alla casa! Ci piace viaggiare, in montagna mi sento a casa, ma adoro anche girovagare tra le isole greche. Mi considero un’appassionata lettrice della Wochenzeitung e di tanto in tanto scrivo sul mio blog http://nadiapitta.blogspot.com.
Politicamente sono attiva quale co-presidente del PS Gambarogno,  consigliera comunale e capogruppo della lista Socialisti+Verdi+Indipendenti. Tifo Gioventù socialista, partecipo a Prospettive socialiste, sostengo l’attività di alcune associazioni nazionali e con passione continuo ad dedicarmi alle materie che ho studiato.

Come è nata la passione per la politica?
"Sono cresciuta in una famiglia in cui la politica era molto presente:  il nonno Pietro, una figura centrale nella nostra famiglia, era maestro e nella sua vita per diversi anni è stato Sindaco del Comune di Brusio e Granconsigliere a Coira, poi lo è stato lo zio. Anche mio fratello maggiore, prima di lavorare come giornalista, si è dedicato parecchio allo studio della politica. Così, terminata la maturità, la scelta della città in cui studiare è caduta su Berna, la capitale della politica. In quegli anni mi sono avvicinata parecchio a diverse organizzazioni impegnate politicamente, partecipando anche alla fondazione della sezione bernese di Attac. A livello tematico, mi hanno avvicinato alla politica: la campagna per la moratoria delle centrali nucleari in Svizzera, le manifestazioni delle donne per il congedo maternità,  la forte repressione della città di Berna contro i Sans Papiers e il grave scandalo delle schedature.
Arrivata in Ticino sono stati poi il mandato sindacale, in seguito l’attività nella Gioventù socialista e in successivamente alcune forti personalità socialiste ad interessarmi e trattenermi in politica. Così,  oggi continuo a fare politica, insieme a Jacqueline ricopro la funzione di Co-Presidente della Sezione PS Gambarogno e sono Capogruppo della lista Socialisti+Verdi+Indipendenti del Comune del Gambarogno". 

Quali sono i temi che le stanno più a cuore?
"Direi prima di tutto la precarietà nel mondo del lavoro – quale Cantone di frontiera oggigiorno sono indispensabili sia i contratti collettivi, sia i controlli dell’ispettorato, mentre per quanto riguarda “il capitale”, direi che sarebbe piuttosto ora di ristudiare la sua tassazione. Passerei poi al tema della socialità: la rete e i diversi provvedimenti sociali destinati alle persone bisognose, il discorso legato alle pari opportunità rivolto alle donne, il “problema” della multiculturalità (approfondito per anni all’università) e di fronte ad un tema quale l’evoluzione demografica, direi ogni politica dedicata alle diverse fasce generazionali  – in particolare la politica giovanile, un tema ancora troppo debole nel nostro Cantone. Penso inoltre al tema della sanità a livello cantonale e nazionale – a quanto sia dannosa la concorrenza nelle cure di base; ripenso all’importante tema dei servizi pubblici e il pericolo della loro privatizzazione; e ultimo, ma non meno importante, la promozione delle energie rinnovabili e il rispetto per la natura, l’ambiente è un tema che sento molto, provenendo da una valle di montagna".

Quali sono i problemi più urgenti da risolvere in Ticino?
"Penso che il nostro Cantone debba fermarsi e riflettere su quelle che sono le sue vocazioni e quelli che sono i settori in cui oggi è fondamentale investire. Il tessuto economico ticinese per la maggior parte consiste in piccole e medie  aziende, mentre oggi l’interesse si concentra piuttosto sulle realtà grandi, importanti, e questo è pericoloso nel lungo termine. Riscontro pertanto una certa fatica tra l’interesse politico incentrato sui grandi sistemi e la nostra realtà economico-sociale, dalle caratteristiche principalmente periferiche.  Non mi sorprende ad esempio che oggi le città si siano avvicinate e siano alquanto forti politicamente, mentre le periferie si siano allontanate e contino sempre meno, nel peggiore dei casi sfruttate in nome “dell’interesse del Cantone”.  Questo si ripercuote poi sulla realtà lavorativa, economica e sociale della popolazione ticinese: per molti ticinesi penso che il problema sia riuscire ad arrivare alla fine del mese,  tenersi stretto il proprio lavoro (chi ce l’ha) anche se precario, fare acrobazie indicibili per riuscire a conciliare famiglia e lavoro, vedersi aumentare di anno in anno i costi della vita e contemporaneamente vedersi sottratti dei diritti. È questo senso di incertezza, di disagio, di sfiducia nel futuro e quindi nella politica la piaga maggiore, e direi non solo nel nostro Cantone".

Quale il Ticino del futuro che sogna
"Ho in mente un Ticino all’avanguardia sia in termini economici, che tecnologici, orientato all’innovazione,  alle forme di produzione socialmente sostenibili e rispettose dell’ambiente, basato su una solida struttura economica capace di offrire lavoro (non occupazione precaria), occasioni formative e opportunità di ricerca. Un Ticino in cui la gente trova luoghi di socializzazione, luoghi e momenti che permettono di riscoprire le nostre tradizioni, come anche proposte rivolte alla novità, all’arte e alla creatività. Paesi e città in cui esistono centri abitativi capaci di rispondere alle esigenze della popolazione anziana, così come spazi liberi destinati ai giovani. Un Ticino attento ai bisogni delle persone in difficoltà e capace di sostenere le famiglie, di qualsiasi tipo. Un Ticino impegnato nell’offrire soluzioni a sostegno della conciliabilità famiglia e lavoro – penso alle mense, agli asili nido e alla promozione di orari flessibili e lavoro a tempo parziale (per scelta non per costrizione). Un Ticino sicuro dei propri valori e della propria identità, in cui la multiculturalità viene sostenuta da una politica di integrazione che mira all’arricchimento e all’impegno reciproco – della società autoctona, così come della popolazione caratterizzata da tradizioni diverse.  Un Ticino attento a investire nella cultura, nella formazione e nell’intrattenimento a vantaggio di tutte le diverse fasce d’età ed interessi della popolazione. Un Ticino quindi propositivo, intelligente, preparato, rispettoso e pertanto rispettato a livello nazionale ed internazionale. Un Ticino capace di valorizzare meglio il proprio territorio, le vallate di montagna, il prezioso Piano di Magadino, la zona collinare del Mendrisiotto, le splendide località lacustri, e pertanto attento alla mobilità lenta – penso alle piste ciclabili, ai marciapiedi e alle passeggiate sicure. Un Ticino pronto ad investire nel servizio di trasporto pubblico, per assicurare la capillarità e migliorare la frequenza dei collegamenti con le realtà periferiche, così che ricorrere all’automobile diventa piuttosto l’eccezione. Un Ticino in cui politicamente non prevale il populismo e l’incoerenza, ma piuttosto il rispetto, la coerenza, la concretezza e soprattutto l’equilibrio in termini di presenza femminile e delle giovani generazioni.  Insomma, un Ticino dove ci si possa sentire a casa".

Perché dovremmo votarla?
"Perché sono convinta che il Ticino ha bisogno di persone che credono di poter cambiare le cose, non solo di persone che hanno il potere di farlo, ma lo utilizzano soprattutto per fini esclusivamente personali.
E perché, come ha detto Eleanor Roosvelt, “ Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei loro sogni”. Considerati i miei innumerevoli sogni e convinta della loro bontà, per riuscire a realizzarli mi è indispensabile il sostegno di tutti".
 

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