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CONFINE / CANTONETassazione dei frontalieri, non sarà un salasso

21.01.15 - 09:40
Vieri Ceriani ha spiegato i dettagli dell'accordo, anche i Comuni non rischiano
Tassazione dei frontalieri, non sarà un salasso
Vieri Ceriani ha spiegato i dettagli dell'accordo, anche i Comuni non rischiano

MILANO - Nessuna stangata a breve termine per i lavoratori frontalieri che operano in Ticino. Ieri il consigliere per le politiche fiscali del Ministro dell’Economia e delle Finanze Vieri Ceriani è intervenuto presso la Commissione speciale rapporti tra Lombardia e Confederazione elvetica della Regione Lombardia a Milano, spiegando nei dettagli in cosa consisterà l'accordo fiscale tra Roma e Berna.

Ceriani ha spiegato che, a partire indicativamente dal 2018, la tassazione per i lavoratori frontalieri con la Svizzera cambierà in questo modo: alla Confederazione verrà lasciato tra il 60 e il 70% dello stipendio da tassare con le sue modalità, mentre la rimanente percentuale verrà tassata dall’Italia in modo tale da allinearla gradualmente negli anni all’aliquota media dei lavoratori frontalieri negli altri Paesi. Chi lavora in Ticino può stare quindi tranquillo: l'accordo sarà applicato con una certa gradualità ("penso a dieci-quindici anni, ma sarà il Parlamento a definirlo", ha dichiarato Ceriani a La Provincia di Varese) e senza salassi: "In media nel 2018, quando entrerà in vigore l’accordo, non pagheranno né più né meno di quello che pagano oggi".

Per quanto riguarda, invece, i ristorni, se finora la Svizzera restituiva il 40% delle tasse trattenute sugli stipendi dei frontalieri italiani ai comuni di appartenenza, sempre dall’entrata in vigore dell’accordo la Confederazione non si occuperà più di questa partita, ma ci penserà totalmente l’Italia, con la sua parte di trattenute, a ristornare ai comuni.

“È una trattativa molto difficile e delicata che parte da un accordo ormai vecchio di quarant’anni dal quale hanno tratto beneficio sia il Canton Ticino che le province di confine" hanno commentato Luca Gaffuri e Alessandro Alfieri, consiglieri regionali del Pd. "Per questo al delegato del Governo abbiamo chiesto rassicurazioni precise sulla nuova modalità di tassazione e su questa prevista gradualità, che soprattutto non dovranno incidere sui redditi più bassi dei frontalieri".

Anche i Comuni di frontiera, che temevano di perdere parte delle entrate derivanti oggi dai ristorni, possono stare tranquilli: "Abbiamo chiesto che la legge di ratifica dell’accordo preveda garanzie sull’ammontare dei ristorni e sulle modalità di distribuzione, invitando il Ministero dell’Economia a coinvolgere nella trattativa anche i rappresentanti dei Comuni di frontiera. In questo momento, è opportuno dare tranquillità agli enti locali e ai lavoratori coinvolti”.

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