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CANTONEMorte di Nicholas Mevoli: "Era ossessionato dai numeri"

29.11.13 - 07:33
Igor Liberti, noto apneista ticinese, sul fatale incidente nelle Bahamas: "Ero lì con lui. Nick era un amico. Ma questo è uno sport che va praticato con la testa"
Igor Liberti
Morte di Nicholas Mevoli: "Era ossessionato dai numeri"
Igor Liberti, noto apneista ticinese, sul fatale incidente nelle Bahamas: "Ero lì con lui. Nick era un amico. Ma questo è uno sport che va praticato con la testa"

LUGANO - La morte di Nicholas Mevoli, recordman americano di apnea, ha lasciato un vuoto nel mondo delle immersioni e sicuramente un segno nella vita di Igor Liberti, noto apneista di Losone, presente durante quella maledetta gara di qualche giorno fa nelle Bahamas.

Probabilmente vittima di un forte edema polmonare, Mevoli stava cercando di raggiungere i 72 metri di profondità nella disciplina dell'assetto costante senza pinne (a rana). Ma qualcosa è andato storto. "È il primo incidente mortale durante venti anni di gare di apnea nella storia dell'AIDA (Associazione internazionale per lo sviluppo dell'apnea)", ci racconta Igor, appena tornato dal magnifico arcipelago del centro America. "Effettivamente - spiega - l'apnea resta una disciplina che, sotto il profilo medico, ha ancora molte zone d'ombra. Però ci tengo a sottolineare che non è tanto pericolosa la disciplina in sé, quanto l'approccio che si può avere nei confronti della stessa".

È il caso di Nicholas?
"In quella fatale immersione lui si è intestardito, anche quando, a 60 metri nella discesa, aveva riscontrato dei problemi, forse di compensazione. Avrebbe dovuto rinunciare e tornare su, ma era ossessionato dai numeri. Voleva portare a casa i tre record di profondità americani. Ad ogni costo.".

È un'accusa forte. Come fai a dire che era ossessionato?
"Lo seguivo. Basta leggere il suo blog per capire quanto il desiderio del risultato avesse preso il sopravvento su tutto il resto. Aveva già avuto problemi durante un campionato mondiale, a settembre, in Grecia. Anche in questo caso, tornato a terra, aveva riportato un piccolo edema, sputando sangue. E non era la prima volta. Aveva già avuto un anno molto pieno, con diverse immersioni. Si sarebbe dovuto fermare. Invece ha voluto andare giù. Era un combattente, ma con il mare la battaglia si può anche perdere".

Ma in queste gare non c'è un medico che controlla lo stato di salute dei concorrenti?
"Gli atleti devono essere idonei alla pratica dell'apnea ed arrivano alle gare con certificati di medicina agonistica. In questo caso, non essendo mai capitata una cosa del genere nessuno se lo aspettava".

Quando vi siete resi conto che qualcosa non andava?
"Ero lì per filmare la gara. Ce ne siamo resi conto subito. Quando ancora era in discesa. Ha avuto un tentennamento verso i 60 metri. Poi ancora verso i 68 metri. Ma ha voluto scendere ancora.Tornato sulla piattaforma, ha iniziato a tossire e sputare sangue. Non riusciva a respirare bene. Poi è svenuto. E non è più rinvenuto. I tentativi di rianimazione sono durati per più di un'ora. Inutilmente".

È possibile che qualcosa nei soccorsi non abbia funzionato
"Sull'incidente è stata aperta un'indagine. I se e i ma in questi casi sono inutili. Spetta alle autorità competenti stabilire le rispettive responsabilità in quello che è accaduto".

Credo che questo incidente avrà delle conseguenze...
"Sicuramente cambieranno i regolamenti di gara. La morte di Nicholas servirà sicuramente da monito per il futuro. E deve essere d'esempio per tutti coloro che affrontano con troppa leggerezza e con un approccio sbagliato a un'attività sportiva che richiede invece una lunga preparazione".

Tu eri lì. Emotivamente credo che sia stato un trauma per te
"Ovviamente. Tutte le persone presenti sono rimaste scioccate e la gara è stata annullata. La comunità di apnea è molto piccola ci conosciamo tutti e Nick era nostro amico. Personalmente ho da sempre avuto un approccio molto dolce alla disciplina. Ci ho messo davvero tanti anni prima di scendere a 80 metri. Nicholas, nel giro di un anno, era passato da 30 a 90 metri. E poi 100, segnando il record americano. Quanto accaduto è per me un avvertimento a continuare seguendo un approccio dolce. Ascoltando i segnali del proprio corpo, in armonia con il mare. Non smetterò per questo, ma bisogna imparare da questa disgrazia.".

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