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BELLINZONA«Tifosi italiani perseguitati? Magari fosse questo il razzismo…»

28.06.16 - 19:45
Il giornalista Federico Buffa assolve la polizia della città ticinese: «Troppe questioni extra calcistiche non risolte tra due Stati confinanti. La sensibilità su entrambi i fronti è troppo alta»
«Tifosi italiani perseguitati? Magari fosse questo il razzismo…»
Il giornalista Federico Buffa assolve la polizia della città ticinese: «Troppe questioni extra calcistiche non risolte tra due Stati confinanti. La sensibilità su entrambi i fronti è troppo alta»

BELLINZONA - Viale Stazione a Bellinzona chiuso solo per la partita dell’Italia? La notizia, emersa dopo la vittoria degli azzurri sulla Spagna, fa il paio con quella già pubblicata da Ticinonline dopo l’affermazione della nazionale di Conte sul Belgio. In quell’occasione, sempre nella capitale ticinese, vennero multati alcuni tifosi italiani a causa del loro modo di festeggiare eccessivamente trasgressivo. Anche in quel caso i media italiani accusarono la Svizzera di razzismo. Ma si può davvero parlare di xenofobia? Ne abbiamo discusso con Federico Buffa, noto giornalista italiano e cantastorie del mondo dello sport di fama internazionale.

Buffa, che idea si è fatto di questa situazione?

Penso che rispecchi un momento storico in cui tra due precise regioni confinanti ci sono questioni extra calcistiche non risolte. Penso ad esempio alle polemiche sul frontalierato, ma non solo.

La polizia di Bellinzona ha respinto ogni critica al mittente, sostenendo che i provvedimenti sono gli stessi per qualsiasi tipo di tifoso. Come la vede?

Può benissimo darsi che in determinate realtà, più moderate, l’esuberanza tipica del tifoso italiano non sia bene accetta dalla popolazione locale.

Ma l’esultanza del tifoso italiano è davvero così diversa dalle altre?

Il tifoso italiano vive il calcio in una maniera nettamente più passionale rispetto a quello svizzero. In più se si considera che qui parliamo di italiani all’estero può emergere ancora di più la componente dell’orgoglio nazionale.

I media italiani ogni volta che accade un episodio simile non perdono tempo. E affibbiano alla Svizzera l’etichetta della xenofobia. Cosa ne pensa?

Anche questo è sintomo di una tensione che si muove sullo sfondo dell’evento sportivo. Da una parte ci sono gli svizzeri che si sentono più urtati quando un italiano si comporta in un determinato modo, dall’altra ci sono gli italiani che si sentono feriti quando un loro connazionale in Svizzera viene redarguito. Su entrambi i fronti la sensibilità è fin troppo alta.

È opportuno parlare di razzismo dunque?

No. Io davvero eviterei di parlare di xenofobia e di usare termini affini. Magari fosse questa la xenofobia…

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