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LUGANOParla la Fight Gym: «Insospettabile, andava d'accordo con tutti»

28.04.16 - 15:31
La presa di posizione della palestra di Canobbio in cui si allenava il 28enne arrestato dalla Procura di Milano con l'accusa di far parte di una cellula jihadista: «Noi non c'entriamo nulla»
Foto Polizia di Stato
Parla la Fight Gym: «Insospettabile, andava d'accordo con tutti»
La presa di posizione della palestra di Canobbio in cui si allenava il 28enne arrestato dalla Procura di Milano con l'accusa di far parte di una cellula jihadista: «Noi non c'entriamo nulla»

LUGANO - «No, all'interno della nostra palestra Moutaharrik Abderrahim non ha mai indossato la maglietta dell'Isis». Ad assicurarlo è Wilson, il responsabile della parte fitness della palestra Fight Gym di Canobbio, dove si allenava il foreign fighter arrestato questa mattina dalla Procura milanese con l'accusa di appartenere ad una cellula jihadista.

Il 28enne, che frequentava la palestra ticinese, viene descritto come una persona amichevole, «che andava d'accordo con tutti». Un tipo insospettabile dunque, che «alle volte arrivava agli allenamenti insieme al figlioletto».

Poi nel settembre del 2015, come racconta sempre Wilson, Abderrahim è sparito nel nulla, senza farsi più vedere e senza dare spiegazione alcuna. «Ho provato a rintracciarlo, ma senza successo. Non si è più ripresentato per spiegarci i motivi del suo abbandono, lasciandoci in difficoltà, perché c'erano in programma degli incontri al quale avrebbe dovuto partecipare».

Un atleta che, come già riferito nel precedente articolo, nel 2013 era riuscito ad aggiudicarsi il titolo di campione svizzero del K1 e nulla avrebbe lasciato a presagire la sua appartenenza al fondamentalismo di matrice islamica.

«La palestra Fight Gym non c'entra niente con questa vicenda», ha voluto ribadire Wilson.

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La cellula jihadista era pronta a colpire il Vaticano. Ecco l'audio che conferma il loro piano - "Per questi nemici giuro, se riesco a mettere la mia famiglia in salvo, giuro sarò io il primo ad attaccarli (...) in questa Italia crociata, il primo ad attaccarla, giuro, giuro che l'attacco, nel Vaticano con la volontà di Dio". È questo il contenuto dell'audio inviato lo scorso 25 marzo da Abderrahim Moutaharrik a Mohamed Koraichi, latitante assieme alla moglie.

Mohamed Koraichi - partito dall'Italia più di un anno fa con la moglie e i tre figli (uno di due anni) e che si troverebbe ora sul fronte iracheno-siriano a combattere con l'Isis - incitava in una serie di messaggi audio, inviati tramite WhatsApp, Moutaharri a compiere un attentato a Roma.

"Fratello mio - diceva Koraichi a Moutaharrik - lì in quella Italia, quella è la capitale dei crociati, fratello mio è quella, è lì dove vanno a fare il pellegrinaggio, è da lì da dove prendono la forza e da lì vanno a conquistare i popoli, e da lì combattono l'islam, fino ad ora non è stata fatta nessuna operazione (attentato, ndt), sai che se fai un attentato è una cosa grande, Dio è grande, preghiamo Dio, fratello mio".

"Sì fratello, se Dio vuole - rispondeva Moutaharrik in un altro messaggio vocale - ci sarà solo del bene, se Dio vuole che loro pensano di essere in pace, invece giuro non sono in pace, anche se noi viviamo in mezzo a loro e giochiamo il nostro gioco come se fossimo come loro, però giuro che noi non siamo come loro".

E poi ancora: "Giuro se potessimo trovare il modo abbatteremo tutto questo paese e non sappiamo che questi infedeli per questa Italia, per questo Vaticano, per questi presidenti, questi presidenti infedele e loro che danno forza a tutto questo che sta succedendo ai paesi arabi e nei paesi islamici, però con la volontà di Dio, con la volontà di Dio, la maggior parte dei ragazzi qui hanno iniziato a muoversi, hanno iniziato".

Poi la richiesta da Moutaharrik di mettere prima in salvo la famiglia nei territori del Califfato e poi passare all'azione: "Però fratello è l'unica richiesta che ti chiedo, è la famiglia, tu sai voglio almeno che i miei figli crescano un po' nel paese del califfato dell'islam, il paese dove c'è la legge islamica, questa è l'unica richiesta che voglio".

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