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CANTONEI furbetti dei permessi: “Vuoi la residenza? Ci penso io”. Ecco l’audio

17.11.15 - 08:34
Residenze fittizie in aumento in Ticino: il trucco spiegato grazie a un annuncio
I furbetti dei permessi: “Vuoi la residenza? Ci penso io”. Ecco l’audio
Residenze fittizie in aumento in Ticino: il trucco spiegato grazie a un annuncio

LUGANO - Residenze fittizie in Ticino, i controlli del Cantone sono in aumento: dai 16 casi accertati l'anno scorso ai 92 permessi B e C revocati o negati quest'anno, l'incremento riferito oggi da tio.ch/20minuti balza all’occhio. Ma anche i "furbetti" si fanno sempre più arditi.

La prova? Ecco un annuncio comparso sul portale tutti.ch.

L'annuncio - “Affittasi camera a Lugano solo per avere la residenza, non presenza fisica" si legge nell'offerta. Costo: 680 franchi al mese. Non poco, per un'abitazione in cui - il messaggio non lascia spazio a dubbi - nessuno metterà piede. Del resto, il padrone di casa o chi per esso qui rischia grosso: e non lo fa a gratis. Vogliamo vederci chiaro. Chi sono i "furbetti" delle residenze fittizie? Qual è il trucco per sfuggire alle maglie dell'Ufficio della migrazione?   

I precedenti - Il fenomeno non è una novità, a dire il vero. Ne avevamo parlato un anno fa, "pizzicando" con una telecamera nascosta un affittacamere di Lugano che per 1200 franchi al mese offriva il pacchetto completo: compreso il ritiro della posta. Avevamo anche intervistato un anonimo disoccupato che, grazie al sotterfugio, dichiarava di percepire i sussidi in Ticino pur abitando oltre confine.

"Nessun controllo" - Questa volta, al telefono risponde una voce femminile. E ci spiega come funziona il trucco (ascolta l'audio allegato). "I controlli? Non sono un problema" spiega l'autrice dell'annuncio, convinta di parlare con un potenziale (finto) inquilino. "Se qualcuno domanda, diciamo che lei c'è ogni tanto e che ha i suoi viaggi, le sue cose. Se arriva della posta, le telefoniamo". La donna fornisce un indirizzo e il nome del suo compagno, che sarebbe il reale occupante dell'appartamento. E per il contratto? "Bisogna che lei vada in Comune a dichiararsi - spiega - lo avvisiamo noi prima il Municipio, così lei non ha problemi". Semplice, no? 

Reato penale - Chissà se la signora in questione lo sa, che sta commettendo un reato penale. «Chiunque inganna le autorità e ottiene per sé o per altri il rilascio di un permesso è punito con una pena detentiva fino a 5 anni o una pena pecuniaria» spiega Attilio Cometta della Sezione della Popolazione. Purtroppo né il Ministero Pubblico, né la Guardia di finanza italiana, da noi contattati, hanno a disposizione dati statistici sui provvedimenti in tal senso.   

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