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CANTONE"Una decina di aziende ticinesi stanno valutando di ridurre gli stipendi"

21.01.15 - 08:00
Euro-franco: il direttore della Cc-Ti Albertoni sugli effetti del cambio
tipress
"Una decina di aziende ticinesi stanno valutando di ridurre gli stipendi"
Euro-franco: il direttore della Cc-Ti Albertoni sugli effetti del cambio

LUGANO - «Con la presente, vista la recente rimozione della soglia minima di cambio del franco svizzero verso l’euro, vi chiediamo di fatturare tutti i costi dei Vostri servizi /materiali in Euro». È il testo di una mail inviata nei giorni scorsi da un cliente a un imprenditore ticinese, nostro lettore, che si sfoga: «Ne ricevo sempre di più negli ultimi giorni. Siamo costretti a lavorare in euro in Svizzera!». Un caso non isolato, e un problema non nuovo in effetti. «Il fenomeno era emerso anche prima dell’introduzione del cambio fisso ed è rilevante: l’imprenditore incassa euro ma sostiene spese in franchi. Sono situazioni la cui vera criticità, nel settore dell’industria, verrà fuori solo a lungo termine assieme a possibili ripercussioni sul personale» osserva il direttore della Camera di Commercio ticinese Luca Albertoni.

Mes: un caso non isolato Il riferimento è (anche) alla Mes di Stabio, che come riferito ieri da Ticinonline.ch avrebbe proposto ai dipendenti una riduzione del 20 per cento dei salari per compensare le perdite dovute al nuovo cambio. «Non si tratta purtroppo di un caso isolato» continua Albertoni. «Da giovedì scorso a oggi sono stato contattato da una cinquantina di aziende che esprimevano una forte preoccupazione a seguito della decisione della BNS e alle conseguenze che questa potrà avere sui loro affari. Di questo campione, sempre parlando di aziende di tipo industriale, almeno una decina ci hanno comunicato l'intenzione di introdurre delle modifiche salariali per compensare il danno».

"Decine di dipendenti interessati" Tagli in busta paga che interesserebbero, dunque, «decine di dipendenti» solo stando alle notizie raccolte dalla Camera di commercio. «I costi aziendali in questo momento vanno senz'altro valutati, il nostro consiglio alle aziende è di aspettare, è presto per avere un quadro complessivo, come anche per chiedere degli interventi alla politica» conclude Albertoni.

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