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LUGANOLa scuola? "Come il Lac, una cattedrale nel deserto senza contenuti"

04.12.12 - 19:15
Intervista al dottor Franco Denti, candidato al Municipio di Lugano
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La scuola? "Come il Lac, una cattedrale nel deserto senza contenuti"
Intervista al dottor Franco Denti, candidato al Municipio di Lugano

LUGANO - Dottor Denti, domenica a LaRegione ha dichiarato che il Municipio di Lugano è più importante del Consiglio di Stato...
"No, non ho detto proprio così. Volevo dire che con queste candidature, a cui seguirà verosimilmente anche Patrizia Pesenti,  si riconosce ancora con maggiore forza il ruolo di Lugano come locomotiva di questo cantone. Da una parte abbiamo due Consiglieri di Stato, a cui si aggiungono  Giorgio Giudici e Giuliano Bignasca che corrono per il municipio, dall'altra un Consiglio di Stato che soffre di immobilismo".

Immobilismo, perché?
"Basta prendere come esempio la discussione sul preventivo, il deficit e i compiti dello Stato. Sono andato a leggermi dei verbali concernenti le discussioni fatte sui preventivi degli anni scorsi. Ebbene, le stesse parole trite e ritrite si ripetono da anni. Lugano, invece, è propositiva, lungimirante, dinamica".

Non è preoccupante che una città, sebbene importante, riesca a monopolizzare la vita politica e sociale di un Cantone?
"Se ci sono candidati di spicco per Lugano come quelli di quest'anno vuol dire che questa città è riconosciuta come una realtà importante per questo cantone. Ragione questa che dovrebbe far riflettere e reagire il Consiglio di Stato. E lo dico da gran consigliere. Non può essere soltanto la mia città l’unico polo di riferimento per questo cantone. Il nostro è un Consiglio di Stato che non deve soltanto amministrare e occuparsi di fare contabilità corrente. Il nostro Consiglio di Stato dovrebbe tornare a fare politica".

A proposito di preventivo, mercoledì è previsto lo sciopero...
"Fosse uno sciopero vero. Per me quello di mercoledì non è uno sciopero. Ci si è limitati alle mezze misure. Da una parte chiediamo ai dipendenti statali di essere più produttivi e motivati, dall'altra vengono tagliati gli stipendi. Questo non è un bel segnale se poi aggiungiamo l’invito a tenere gli studenti a casa probabilmente abbiamo perso di vista il fulcro del problema”.

Come si fa a stabilire la produttività di un docente?
"Da giovane studente ho fatto il supplente. Avevo a che fare con dei docenti i cui appunti delle lezioni erano ingialliti per quanto fossero vecchi. Almeno di venti anni. Gli strumenti per giudicare la produttività di un docente ci sono ".

Più che la redditività, il problema non è il fatto che negli ultimi anni si stia disinvestendo nella scuola? Non la preoccupa questa tendenza?
"No, quello che a me preoccupa di più è che Franco Denti, figlio di operai di Molino Nuovo, se fosse oggi uno scolaro non avrebbe più le opportunità che aveva 20 o 30 anni fa. La scuola ha bisogno di riforme. E quando fai una vera riforma riesci anche a fare i conti. Se invece, per anni, si continua solamente a fare cosmesi nei conti, non si riesce più a guardare avanti. Il Ticino aspetta da anni la riforma della scuola elementare e della scuola media".

Riforme di che tipo?
" Oggi la scuola fa selezione su bambini di 13-14 anni. E poi succede che i maschi al liceo sono in minor numero. Questo perché la selezione avviene in un'età, quella adolescenziale, in cui le ragazze hanno già un grado di maturità più avanzato rispetto ai ragazzi. Una selezione che non tiene conto delle diverse peculiarità. Oggi ho l'impressione che nella scuola vi siano molte cattedrali nel deserto, ma senza contenuti. Un po' come il Lac a Lugano".

E per i docenti?
"Dobbiamo anche sostenere i nostri docenti dando loro l'opportunità di poter crescere durante il loro percorso d'insegnante".

Non è che si è arrivati a tutto questo perché non si fa altro che parlare di tasse, di concorrenza fiscale intercantonale, di moltiplicatori e del problema dei criminali stranieri?
"Condivido questa osservazione. Ma la responsabilità è un poco anche la vostra. E' anche vero che in Ticino mancano anche le personalità di spessore, quelle di una volta. In questo cantone mancano i pensatori. Anche perché le voci critiche, se non hanno gli attributi, in questo Ticino vengono subito smorzate. Gli stessi che hanno diretto il DECS in questi ultimi anni non hanno mai aperto una riflessione a tutto tondo considerando tutte le parti coinvolte nell’educazione, ma hanno affidato il tutto a una “piccola nicchia sul Monte Verità”".

Mi potrebbe fare un nome di un intellettuale ticinese?
"Alessio Petralli.  E' un linguista e un professore che da anni cerca di elevare culturalmente con i suoi discorsi questo cantone, ma purtroppo viene poco ascoltato. Altri nomi potrebbero essere Virginio Pedroni e Claudio Bignasca".

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