Il trentenne Davide Acito è reduce dal suo secondo viaggio in Asia per contrastare il massacro del Festival di Yulin
BELLINZONA/YULIN - «Quest’anno siamo riusciti a salvare dalla pentola quattrocento cani e cento gatti». Questa è la storia di Davide Acito, trentenne residente nel Bellinzonese e di professione coach per Corris, reduce dal suo secondo viaggio in Cina per lottare contro l’annuale massacro di cuccioli al Festival della carne di cane di Yulin. Una manifestazione della durata di dieci giorni in cui vengono uccisi oltre diecimila cani, con la convinzione che la loro carne aiuti ad allontanare la calura estiva. «Sono un amante degli animali - ci racconta - è un orrore che non posso sopportare».
In cerca di Miss Yang - Per Acito tutto ha avuto inizio un paio d’anni fa con la lettura di un articolo di 20 minuti sull’attivista cinese Yang Xiaoyun, alias Miss Yang, da tempo impegnata nel salvataggio di cani e gatti destinati al Festival di Yulin. Il trentenne ha allora creato l’organizzazione Action Project Animal (APA) e lo scorso anno è partito una prima volta per la Cina, con l’obiettivo di incontrare Miss Yang. «Non avevo idea di dove trovarla, ma una serie di casualità mi ha permesso di conoscerla, proprio a Yulin». E ha quindi preso parte all’operazione di salvataggio: «Abbiamo fermato i camion che portavano gli animali alla manifestazione, abbiamo contrattato un prezzo per il loro acquisto e li abbiamo portati in un rifugio nella Cina nordorientale gestito da Miss Yang». Ed è così che, nel 2016, sono stati salvati quattrocento cani e sessanta gatti.
Controllato dalla polizia - Un altro anno, un altro viaggio in Cina. Ma la missione 2017 è stata più complicata, poiché stavolta Acito è stato tenuto sotto stretto controllo dalla polizia di Yulin. «Gli agenti mi hanno prelevato dalla mia stanza d’albergo, mi hanno interrogato e mi hanno costretto a dichiarare in video che non avrei fatto nulla contro le usanze cinesi». Per tutta la durata della sua permanenza nella regione, il trentenne è stato seguito da sei poliziotti. «Mi dicevano che era per la mia sicurezza, ma in verità aspettavano che facessi un passo falso» ci dice. Per salvare gli animali, stavolta Acito e gli altri sono intervenuti direttamente in una delle “fattorie” che li fornisce al festival, a circa un’ora e mezza da Yulin. «E fuori dalla giurisdizione degli agenti».
Offrire nuove opportunità - Ma c’è ancora molto da fare. «Bisogna intervenire direttamente alla radice del problema» sostiene Acito, che per la sua terza trasferta intende realizzare un nuovo progetto: «Vogliamo acquistare uno dei macelli e trasformarlo in un centro per salvare i cani. In questo modo diamo anche una nuova opportunità di business ai proprietari della struttura, che potrà investire i soldi della vendita in altre attività» conclude.