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CANTONE / BERNA«Abbiamo pensato che fossero i nostri ultimi secondi di vita»

26.06.17 - 10:08
Thomas Schmidt ha soccorso l’equipaggio del Super Puma che si è schiantato sul passo del San Gottardo lo scorso settembre. Per l’impegno coraggioso riceverà ora un premio
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«Abbiamo pensato che fossero i nostri ultimi secondi di vita»
Thomas Schmidt ha soccorso l’equipaggio del Super Puma che si è schiantato sul passo del San Gottardo lo scorso settembre. Per l’impegno coraggioso riceverà ora un premio

AIROLO - Lo scorso 28 settembre un elicottero Super Puma dell’esercito è precipitato sul passo del San Gottardo. All’origine dello schianto la collisione con un cavo elettrico. L’incidente ha causato la morte dei due piloti e il ferimento di un assistente di volo.

L'elicottero stava svolgendo un impiego nel quadro di un'ispezione dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE). Trasportava una delegazione composta da quattro ufficiali francesi e alcuni accompagnatori svizzeri, che sono scesi dall'elicottero poco prima dell'incidente. Il tenente colonnello Thomas Schmidt era uno dei membri dell’esercito svizzero che accompagnava l’ispezione OSCE, ha quindi assistito al dramma in prima persona.

«Dammi la mano. È un ordine!» - «Il rumore era quello di qualcosa che viene distrutto, tritato - racconta Thomas Schmidt -. Pezzi di elicottero hanno iniziato a volare da tutte le parti e a colpire ogni cosa. Abbiamo pensato che fossero gli ultimi secondi della nostra vita». Miracolosamente i membri della delegazione, che si trovavano proprio sotto al velivolo appena ripartito, sono rimasti praticamente illesi sotto alla pioggia di detriti.

Schmidt e un sergente si sono precipitati immediatamente sul luogo dello schianto e hanno tentato di liberare i due piloti e l’assistente di volo dalla carcassa dell’elicottero. «Abbiamo agito a mani nude, l’accesso alla cabina era stretto», ricorda Schmidt. Un pilota era rimasto intrappolato. Il tenente colonnello racconta come l’equipaggio non reagisse alle sue parole. «Gli ho urlato di stringermi la mano. Gli ho poi intimato che si trattava di un ordine. Questo deve averlo scosso». Schmidt e i suoi tre colleghi sono infine riusciti a estrarre dal velivolo i tre occupanti. Pochi secondi dopo il relitto era completamente avvolto dalle fiamme.

Sfuggito alla morte - «Ci è risultato subito chiaro cosa avremmo dovuto fare - sottolinea Schmidt -. La regola più importante nella formazione medica militare è che nessuno viene lasciato indietro». Come capo della missione, che aveva anche creato il piano di volo, si sentiva responsabile per l’equipaggio dell’elicottero. «Rimproverarmi di non aver agito sarebbe stata la cosa peggiore». Schmidt non riesce ancora a credere di essere sopravvissuto alla pioggia di detriti. «So di essere sfuggito alla morte», aggiunge.

Per l’intervento e il soccorso prestato sul luogo dello schianto, Schmidt riceverà lunedì il premio bernese del Samaritano. «Si tratta di un grande riconoscimento - è il suo commento - ma purtroppo non è di consolazione per la perdita di due compagni».

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