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CANTONEIl farmaco originale costa troppo, per guarire cerca il generico in India

16.01.17 - 08:38
Accade a un 60enne malato di epatite C. L’epatologo Andreas Cerny: «Soluzione scelta finora da una decina di ticinesi»
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Il farmaco originale costa troppo, per guarire cerca il generico in India
Accade a un 60enne malato di epatite C. L’epatologo Andreas Cerny: «Soluzione scelta finora da una decina di ticinesi»

LUGANO – Per guarire dall’epatite C in Svizzera dovrebbe spendere di tasca sua oltre 40.000 franchi. Il farmaco originale costa troppo. E allora Antonio (il vero nome è noto alla redazione), 60enne luganese da diversi anni alle prese con la malattia che colpisce il fegato, sta valutando una soluzione alternativa: volare in India e acquistare un generico in una farmacia del posto, per circa 800 euro. Il caso non rappresenta un’eccezione. «Finora – spiega Andreas Cerny, direttore dell’Epatocentro Ticino – questa alternativa è stata scelta da una decina di ticinesi».

Il virus – In Svizzera il virus colpisce circa l’1% della popolazione. A sud delle Alpi la percentuale è leggermente più alta. In alcune situazioni la malattia può portare alla cicatrizzazione del fegato, alla cirrosi o alla morte del paziente. «Fino al 2013 – ricorda Cerny – la malattia si curava con farmaci molto pesanti e costosi. Il tasso di guarigione era del 50%. A partire dal biennio 2013-2014 sono arrivati sul mercato nuovi medicamenti, meno pesanti e più efficaci».

Il paradosso – Medicamenti che sono grossomodo quelli in vendita oggi. Ma perché uno svizzero malato di epatite C non può beneficiare della copertura della cassa malati per l’acquisto di questi farmaci? Cerny è chiaro: «L’ufficio federale di sanità pubblica ha deciso che solo i pazienti con uno stadio avanzato della malattia possono essere coperti assicurativamente».

Nessun rimborso per i meno gravi – Tradotto: i farmaci originali funzionano, ma sono ancora tanto costosi. «Attualmente una cura costa attorno ai 40.000 franchi. Chi non ha una fibrosi, o ha solo una fibrosi lieve (vale a dire oltre la metà dei pazienti) non ha diritto al rimborso della cassa malati per la cura».

Timori – Antonio fa proprio parte di questa categoria. Ha una vita più o meno normale. Ma convive con il timore che la situazione possa peggiorare. «Sto valutando cosa fare. Mi è stato fatto capire che non sono abbastanza malato per potere beneficiare della copertura. Il problema è che la nostra malattia può restare stabile, ma può anche degenerare. A volte ho paura che accada. Sapere che in Svizzera c’è un farmaco che mi può guarire, e non poterlo usare, mi fa soffrire».

Medicamenti via posta – Per Antonio, come per altre persone, prende sempre più consistenza dunque la pista indiana. Illustrata ai pazienti anche dall’Epatocentro Ticino. «Non bisogna per forza recarsi sul posto – sottolinea Cerny –. Farsi spedire questi farmaci costa circa 1500 dollari. Se si va sul posto, è chiaro che si risparmia sull’acquisto. Ma occorre poi considerare le spese della trasferta».

Serietà – A gestire il tutto è un’organizzazione australiana. «È veramente molto professionale – evidenzia Cerny – e favorisce l’accesso al medicamento. Il trattamento è suddiviso in tre tappe mensili. I farmaci possono essere ordinati direttamente tramite un sito internet. Si tratta di farmaci generici, ma il principio attivo, e dunque l’efficacia, sono gli stessi degli originali».

 

COME SI TRASMETTE LA MALATTIA?

La trasmissione dell’infezione dell’epatite C avviene soprattutto attraverso il sangue. Fino a qualche decina di anni fa, in particolare, tramite le trasfusioni. Oggi i rischi sono legati alla tossicodipendenza e alla condivisione di siringhe e oggetti taglienti. In meno del 5% dei casi l'epatite C viene contratta per via sessuale. Nel mondo sono circa 200 milioni le persone infette. Il 60% dei pazienti riesce a convivere con la malattia. Occorre, comunque, tenerla sotto controllo, consultando regolarmente uno specialista e seguendo alcune misure precauzionali. Circa il 30% sviluppa una cirrosi epatica nell'arco di 20-30 anni.

 

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COMMENTI
 

Tex85 7 anni fa su tio
beh.... visto il tasso dell' 1% potrebbero mettersi a carico questo farmaco!!!!i premi salgono e le prestazioni diminuiscono tutti gli anni....che tristezza......

MIM 7 anni fa su tio
Di solito si dice che il costo serve a recuperare le spese sostenute per la ricerca e lo sviluppo del farmaco. Ma se esista già il generico, significa che il periodo di copyright è scaduto, quindi il farmaco è in commercio da diversi anni e i costi per la ricerca sono stati certamente recuperati!!

SosPettOso 7 anni fa su tio
Risposta a MIM
Le chiamano "spese di ricerca", ma in realtà sono bonus del CDA e "contributi (mazzette) ai vari lobbisti che siedono a Berna Nell'articolo si dice che i nuovi farmaci sono disponibili dal 2o13. In fatto di medicamenti però l'India non rispetta i tempi canonici. Se valuta che un farmaco viene venduto a prezzi "fuori mercato" (e conoscendo il potere d'aquisto indiano da loro lo sono quasi tutti), permette fin da subito la vendita dei generici. Gli indiani mettono la salute pubblica davanti agli interessi delle farmaceutiche. Calcolano che lasciando in giro gente malata si "favorisca la diffusione" , da noi invece si coltiva il mercato del farmaco. Chissà quanto ci metterà Berna a vietarne l'importazione...

MIM 7 anni fa su tio
Risposta a SosPettOso
Non è vero, ci sono dei costi altissimi per ricercare, testare, brevettare e registrare un medicamento. Piuttosto spingerei sul generico, riproducibile anche in CH se si volesse. E' qui che qualcosa non funziona.

Meno 7 anni fa su tio
Risposta a SosPettOso
ah certo perché le medicine si inventano così, senza costi di ricerca! Un direttore si sogna la ricetta di notte e il giorno dopo c'è un nuovo farmaco. Ma va la!! Ma davvero ci credi in quello che dici?

SosPettOso 7 anni fa su tio
Risposta a Meno
Gestire l'IRB costa qualche milione l'anno e pubblica regolarmente risultati di valore. Si è sempre parlato solo del salario del signor Vasella (decine di milioni l'anno) ma la piramide dei suoi collaboratori avrà lavorato per i 3'6oo.-fr mensili del Siccardi... Ora, che la ricerca abbia dei costi sono daccordo, Sono però convinto che i prezzi siano più influenzati dalla "disponibilità" dei pazienti. che dalla ricerca. La semplice Aspirina, in Svizzera costa più che in Italia. Si dice "per finanziare la ricerca", ma la ricerca di cosa se questa cura costa 4o'ooo.-fr? Scendi all'ultimo post di questo scambio: che ricerca credi che finanzi Shkreli?

SosPettOso 7 anni fa su tio
Risposta a MIM
brevettare - generico riproducibile? O accetti la situazione attuale in fatto di brevetti, o ti dai alla produzione dei generici senza rispettare i brevetti.... "Forse" abbiamo dei problemi in fatto di durata dei brevetti (vent'anni potrebbero essere un po troppi). Con una simile durata, se non si prevede l'arrivo di medicamenti più efficaci, il fabbricante puo' permettersi di fissare prezzi altissimi (come ora) in modo da favorire la diffusione e incassare il massimo possibile. Nel caso in cui la concorrenza trovasse di meglio basterebbe abbassare il prezzo quando gli altri sono ancora in fase di test clinici...

MIM 7 anni fa su tio
Risposta a SosPettOso
La detentrice del brevetto può facilmente riprodurre un generico

SosPettOso 7 anni fa su tio
Risposta a MIM
BrevettoAttestato, concesso da apposito ufficio, che garantisce la priorità e il [u]diritto esclusivo di sfruttamento[7u] industriale di un'invenzione, oppure l'uso di un marchio d'impresa o di un modello: b. nazionale; b. comunitario, internazionale, riconosciuto nei paesi dell'Unione europea o nei paesi aderenti alla convenzione internazionale che regola la materia. Perché mai la detentrice del brevetto dovrebbe farsi concorrenza da sola sabotando la possibilità di sfruttare il più possibile questo lucroso mercato? Beneficenza? Coscienza? Amore del prossimo? ....tutte parole senza valore finanziario agli occhi di azionisti e CDA.

MIM 7 anni fa su tio
Risposta a SosPettOso
Il generico non ha un brevetto, e non può utilizzare il nome del farmaco originale. Gli studi principali sul principio attivo li ha già espletati l'azienda detentrice del brevetto. Non occorre rifare tutti gli studi clinici che ha dovuto effettuare l'originale. Se conviene o no, dipende dal mercato. Chiaro che se la gente preferisce sempre e solo l'originale (e ci siamo dentro tutti in questo ragionamento) perché si fida di più, la strada si fa in salita.

SosPettOso 7 anni fa su tio
Risposta a MIM
Ma mi prendi in giro? Se un farmaco è brevettato, del brevetto fanno parte anche i principi attivi, mica il solo nome. Nessun generico contenente i principi attivi brevettati puo' essere venduto fino a scadenza del brevetto. Questo per proteggere gli interessi (finanziari) del produttore. Non è una questione di preferenza della gente e/o del medico che prescrive e/o del farmacista che vende. L'unica domanda che ci si puo' porre è: quanto tempo ci metterà la farmaceutica a far proibire questa importazione parallela di un farmaco che non rispetta il brevetto depositato. Da li in poi i malati saranno obbligati ad andare a curarsi in loco: in fondo tre mesi di turismo in India costano molto meno dei 5o'ooo.-fr del farmaco.

MIM 7 anni fa su tio
Risposta a SosPettOso
Ti prendi in giro? ;-) Si sta parlando di un farmaco generico già in vendita, per cui il periodo di copyright è già scaduto. Un farmaco generico riproduce l'originale, non inventa niente. Se la ditta farmaceutica non interviene contro questi generici vuol semplicemente dire che è legale. Non perdiamoci in cavilli, perché (come per le Casse Malati a basso costo) le ditte che producono i generici sono quasi sempre in mano alle farmaceutiche che detengono il brevetto originale. Se non si fabbrica un generico è semplicemente perché la farmaceutica "originale" batterebbe sul tempo qualsiasi concorrente volesse produrlo!

SosPettOso 7 anni fa su tio
Risposta a MIM
Oh MIM...! Torna a rileggere il mio primo post: Esiste il generico: in India! Perché per motivi di salute pubblica l'India se ne sbatte dei brevetti. Il farmaco è sul mercato dal 2013 ed il brevetto (vent'anni) non è certamente scaduto. L'India mette le necessità della salute pubblica davanti ai diritti di chi detiene il brevetto. Da noi chi detiene il brevetto puo' anche decidere di fissare un prezzo altissimo in modo che non ci si possa curare e la malattia si diffonda. Una ditta che producesse "quel generico", dovrebbe pagare una licenza al detentore del brevetto. Non l'hai letta quella di Martin Shkreli che negli USA ha comprato il brevetto sul Daraprim ed ha fatto passare il prezzo da 13.- a 750.-USD? Da noi vige lo stesso principio: chi detiene il brevetto specula come gli pare e piace.

tip75 7 anni fa su tio
comunque fanno bene a prenderla in India, tanto sarà esattamente lo stesso farmaco solo che qua ci derubano quotidianamente col beneplacido della politica e di questi pezzenti che fanno gli interessi delle casse malati

tip75 7 anni fa su tio
siamo il paese della vergogna...'l'ufficio federale della sanità ha deciso che solo i pazienti in stadio avanzato posso curarsi....' wow e perchè non dicono come si prende l'epatite C (maggioranza dei casi trasfusioni quindi ospedali) e offrire la cura gratis? dovrebbero attaccariela all'ufficio, a tutti...
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