Accade a un 60enne malato di epatite C. L’epatologo Andreas Cerny: «Soluzione scelta finora da una decina di ticinesi»
LUGANO – Per guarire dall’epatite C in Svizzera dovrebbe spendere di tasca sua oltre 40.000 franchi. Il farmaco originale costa troppo. E allora Antonio (il vero nome è noto alla redazione), 60enne luganese da diversi anni alle prese con la malattia che colpisce il fegato, sta valutando una soluzione alternativa: volare in India e acquistare un generico in una farmacia del posto, per circa 800 euro. Il caso non rappresenta un’eccezione. «Finora – spiega Andreas Cerny, direttore dell’Epatocentro Ticino – questa alternativa è stata scelta da una decina di ticinesi».
Il virus – In Svizzera il virus colpisce circa l’1% della popolazione. A sud delle Alpi la percentuale è leggermente più alta. In alcune situazioni la malattia può portare alla cicatrizzazione del fegato, alla cirrosi o alla morte del paziente. «Fino al 2013 – ricorda Cerny – la malattia si curava con farmaci molto pesanti e costosi. Il tasso di guarigione era del 50%. A partire dal biennio 2013-2014 sono arrivati sul mercato nuovi medicamenti, meno pesanti e più efficaci».
Il paradosso – Medicamenti che sono grossomodo quelli in vendita oggi. Ma perché uno svizzero malato di epatite C non può beneficiare della copertura della cassa malati per l’acquisto di questi farmaci? Cerny è chiaro: «L’ufficio federale di sanità pubblica ha deciso che solo i pazienti con uno stadio avanzato della malattia possono essere coperti assicurativamente».
Nessun rimborso per i meno gravi – Tradotto: i farmaci originali funzionano, ma sono ancora tanto costosi. «Attualmente una cura costa attorno ai 40.000 franchi. Chi non ha una fibrosi, o ha solo una fibrosi lieve (vale a dire oltre la metà dei pazienti) non ha diritto al rimborso della cassa malati per la cura».
Timori – Antonio fa proprio parte di questa categoria. Ha una vita più o meno normale. Ma convive con il timore che la situazione possa peggiorare. «Sto valutando cosa fare. Mi è stato fatto capire che non sono abbastanza malato per potere beneficiare della copertura. Il problema è che la nostra malattia può restare stabile, ma può anche degenerare. A volte ho paura che accada. Sapere che in Svizzera c’è un farmaco che mi può guarire, e non poterlo usare, mi fa soffrire».
Medicamenti via posta – Per Antonio, come per altre persone, prende sempre più consistenza dunque la pista indiana. Illustrata ai pazienti anche dall’Epatocentro Ticino. «Non bisogna per forza recarsi sul posto – sottolinea Cerny –. Farsi spedire questi farmaci costa circa 1500 dollari. Se si va sul posto, è chiaro che si risparmia sull’acquisto. Ma occorre poi considerare le spese della trasferta».
Serietà – A gestire il tutto è un’organizzazione australiana. «È veramente molto professionale – evidenzia Cerny – e favorisce l’accesso al medicamento. Il trattamento è suddiviso in tre tappe mensili. I farmaci possono essere ordinati direttamente tramite un sito internet. Si tratta di farmaci generici, ma il principio attivo, e dunque l’efficacia, sono gli stessi degli originali».
COME SI TRASMETTE LA MALATTIA?
La trasmissione dell’infezione dell’epatite C avviene soprattutto attraverso il sangue. Fino a qualche decina di anni fa, in particolare, tramite le trasfusioni. Oggi i rischi sono legati alla tossicodipendenza e alla condivisione di siringhe e oggetti taglienti. In meno del 5% dei casi l'epatite C viene contratta per via sessuale. Nel mondo sono circa 200 milioni le persone infette. Il 60% dei pazienti riesce a convivere con la malattia. Occorre, comunque, tenerla sotto controllo, consultando regolarmente uno specialista e seguendo alcune misure precauzionali. Circa il 30% sviluppa una cirrosi epatica nell'arco di 20-30 anni.