Alla Franklin University ci sono due studentesse “speciali”. Le loro storie
SORENGO - È il campus più lussuoso del Cantone – uno dei più quotati in Svizzera. Con rette fino a 60mila franchi l'anno. Ma alla Franklin University non ci sono solo figli di tycoon americani o sceicchi del Qatar. Due studentesse, la cui identità non è stata comunicata ai compagni, per motivi di privacy, sono arrivate a Sorengo in condizioni disperate. Non possiedono nulla: i genitori vivono in strutture della Croce rossa. Vengono da Siria e Iraq, entrambe con status di rifugiate.
«Si tratta di un progetto-pilota e i risultati sono ottimi» spiegano la professoresse Caroline Wiedmer e Johanna Fassl, responsabili della borsa di studio (Swb) lanciata un anno fa dalla Franklin University assieme a Sos Ticino. Una prima a livello svizzero. Le due docenti sono le uniche nello staff della scuola a sapere chi sono le due ragazze: «Seguiamo le studentesse, una a testa, come tutor. Ogni settimana facciamo il punto sui progressi e le difficoltà. Il primo ostacolo è la lingua: alla Franklin i corsi sono in inglese. Ma le ragazze stanno imparando in fretta. Sono molto motivate».
La convivenza fianco a fianco con studenti di "buona famiglia" è meno ostica di quanto si immagini. «Le ragazze si sono integrate benissimo. Tra loro c'è un rapporto paritario». La condizione: i compagni – a parte quelli con cui hanno legato di più – non conoscono la loro storia.
«Voglio fare un master in legge e diventare avvocato di diritti umani, per tornare un giorno in Iraq» racconta una di loro, che ha appena cominciato a settembre. «Per me si tratta di un'occasione preziosissima». L'altra invece ha deciso il management: dopo aver interrotto gli studi in Siria, ha vissuto in un campo profughi in Libano per poi raggiungere il Ticino. «Questo è un posto splendido. Siamo grate per questa possibilità unica di accede a un'istruzione di altissimo livello. Quando me l'hanno detto – racconta la studentessa – non mi sembrava vero».