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SORENGODue rifugiate nel campus di lusso: «Nessuno sa chi sono»

02.12.16 - 08:27
Alla Franklin University ci sono due studentesse “speciali”. Le loro storie
Tipress
Alla Franklin University ci sono due studentesse “speciali”. Le loro storie.
Alla Franklin University ci sono due studentesse “speciali”. Le loro storie.
Due rifugiate nel campus di lusso: «Nessuno sa chi sono»
Alla Franklin University ci sono due studentesse “speciali”. Le loro storie

SORENGO - È il campus più lussuoso del Cantone – uno dei più quotati in Svizzera. Con rette fino a 60mila franchi l'anno. Ma alla Franklin University non ci sono solo figli di tycoon americani o sceicchi del Qatar. Due studentesse, la cui identità non è stata comunicata ai compagni, per motivi di privacy, sono arrivate a Sorengo in condizioni disperate. Non possiedono nulla: i genitori vivono in strutture della Croce rossa. Vengono da Siria e Iraq, entrambe con status di rifugiate.

«Si tratta di un progetto-pilota e i risultati sono ottimi» spiegano la professoresse Caroline Wiedmer e Johanna Fassl, responsabili della borsa di studio (Swb) lanciata un anno fa dalla Franklin University assieme a Sos Ticino. Una prima a livello svizzero. Le due docenti sono le uniche nello staff della scuola a sapere chi sono le due ragazze: «Seguiamo le studentesse, una a testa, come tutor. Ogni settimana facciamo il punto sui progressi e le difficoltà. Il primo ostacolo è la lingua: alla Franklin i corsi sono in inglese. Ma le ragazze stanno imparando in fretta. Sono molto motivate».

La convivenza fianco a fianco con studenti di "buona famiglia" è meno ostica di quanto si immagini. «Le ragazze si sono integrate benissimo. Tra loro c'è un rapporto paritario». La condizione: i compagni – a parte quelli con cui hanno legato di più – non conoscono la loro storia.

«Voglio fare un master in legge e diventare avvocato di diritti umani, per tornare un giorno in Iraq» racconta una di loro, che ha appena cominciato a settembre. «Per me si tratta di un'occasione preziosissima». L'altra invece ha deciso il management: dopo aver interrotto gli studi in Siria, ha vissuto in un campo profughi in Libano per poi raggiungere il Ticino. «Questo è un posto splendido. Siamo grate per questa possibilità unica di accede a un'istruzione di altissimo livello. Quando me l'hanno detto – racconta la studentessa – non mi sembrava vero».

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