Beltraminelli: «I frontalieri ci sono sempre stati, anche prima di Schengen. L'economia ticinese ha bisogno di loro». Da entrambe le parti rassicurano: «Nessuna ritorsione»
BELLINZONA - Si è svolto oggi a Palazzo delle Orsoline l’atteso confronto tra una delegazione del Consiglio di Stato - composta dal Presidente Paolo Beltraminelli, da Manuele Bertoli e Christian Vitta accompagnati dal Cancelliere Arnoldo Coduri e dal Delegato per le relazioni esterne Francesco Quattrini - e il Presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni.
La discussione, come noto, era completamente incentrata sul recente voto del popolo ticinese a favore dell’iniziativa «Prima i nostri» che ha già creato polemiche e fatto scorrere litri di inchiostro al di qua e al di là del confine.
Maroni, giunto oggi nella capitale ticinese per tutelare i diritti dei cittadini lombardi che lavorano nel nostro Cantone, è stato uno dei primi a reagire all’esito della votazione dello scorso 25 settembre.
Viste le premesse l’incontro odierno, svoltosi a porte chiuse, avrebbe dovuto rivelarsi infuocato. Ma così non è stato. Sin dall'arrivo di Maroni, avvenuto puntuale alle 16.00, il clima è apparso piuttosto disteso. Tanti i sorrisi distribuiti. Poche le parole ai tanti giornalisti, anche provenienti dall'Italia in attesa fuori dal Governo. Le discussioni, durate circa un'ora, si sono infatti svolte a porte chiuse. Celate fra le quattro mura di palazzo. Lontane da sguardi e orecchie indiscrete.
Il riassunto ci viene dato, una volta terminato l'incontro, dallo stesso Maroni e dal presidente del Consiglio di Stato Paolo Beltraminelli. I due presidenti sono usciti con facce rilassate. Poche le sorprese in realtà, e chi si aspettava toni accesi è rimasto deluso. Maroni si è detto molto soddisfatto dell'esito del colloquio. «Abbiamo parlato delle questioni comuni e degli interessi condivisi in un clima disteso». Il governatore della Lombardia si è pure detto sollevato sulle conseguenze immediate. «Sono stato rassicurato che non ci sarà nessuna conseguenza immediata o azione discriminatoria per i lavoratori frontalieri». C'è quindi un clima di grande collaborazione. «Dobbiamo far coincidere gli interessi, trovando soluzioni che vadano bene ad entrambi». Maroni ha sottolineato che «non ci sarà alcuna ritorsione lombarda» in merito alla votazione. «Il nostro rapporto con il Ticino è forte e leale».
Anche Beltraminelli è sulla stessa lunghezza d'onda del collega, confermando i buoni rapporti con la Lombardia. Il presidente del Governo ha specificato non ci sarà alcun accanimento anti-frontalieri. «È compito delle istituzioni garantire un lavoro ai ticinesi. Stiamo lottando per combattere il dumping». Tornando sull'iniziativa Prima i nostri, il consigliere di Stato ha specificato che «non vi saranno misure immediate». Beltraminelli ha concluso con una riflessione sui frontalieri. «Ci sono sempre stati, anche prima di Schengen. L'economia ticinese necessità del loro lavoro. Non vogliamo demonizzare i frontalieri ma solo garantire degli stipendi dignitosi per i residenti». Una lotta contro il dumping che è un obiettivo primario del Governo. Per quanto riguarda "prima i nostri" se ne riparlerà in futuro. Quando e se l'iniziativa verrà messa in pratica. Insomma, tanto tuonò che non piovve.