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CANTONEUsi e Supsi, «le piccole università sfavorite dal nuovo progetto finanziario»

05.10.16 - 13:00
Manuele Bertoli ha presentato oggi la nuova pianificazione universitaria per il periodo 2017-2020
Foto d'archivio (Tipress)
Usi e Supsi, «le piccole università sfavorite dal nuovo progetto finanziario»
Manuele Bertoli ha presentato oggi la nuova pianificazione universitaria per il periodo 2017-2020

BELLINZONA - Questa mattina a Palazzo delle Orsoline è stato presentato il messaggio riguardante la politica universitaria cantonale 2017-2020.

Per la prima volta in Svizzera le università e le Scuole Universitarie Professionali (SUP) si sono riunite per decidere i propri futuri finanziari insieme. A partire dal primo gennaio infatti la LPSU introdurrà un nuovo sistema finanziario, che sarà uniformato sia per i contributi di base sia per gli investimenti. Questo nuovo sistema «sfavorirà le piccole università a lungo termine, e avrà degli effetti sul Ticino, ma la loro portata non è ancora chiara» ha dichiarato il direttore del DECS e Consigliere di stato Manuele Bertoli, e ha ricordato come USI e SUPSI punteranno sempre alla qualità, competitività e all'innovazione: «Il periodo 2017-2020 sarà un momento di consolidamento e non di crescita tumultuosa».

In totale in piano finanziario 2017-2020 raggiungerà i 603 milioni di franchi, una sessantina in più rispetto a quella precedente: «Questo aumento della spesa globale è dovuto alla crescita degli studenti, che andranno a studiare sia oltralpe sia nel nostro Cantone, e non ai contributi di gestione a USI e SUPSI» ha ricordato Sandro Rusconi, direttore della Divisione della cultura e degli studi universitari.

Il rettore dell'USI Boas Erez ha ribadito quanto detto da Manuele Bertoli, ma ha voluto sottolineare che sì uno degli obbiettivi sarà il consolidamento, ma ci vogliono anche progetti di crescita.

Franco Gervasoni, direttore SUPSI, ha infine ribadito l'importanza dell'intensificazione delle relazioni col resto della Svizzera, che sarà aiutato da AlpTransit: « Nel 2020 stimiamo che i diplomati saranno circa 1000 in 30 corsi, e l'80% lavorerà in Ticino».

Se non ci saranno troppi ricorsi, il direttore della SUPSI e il rettore dell'USI prevedono la realizzazione dei due campus (Mendrisio e Viganello) a breve.

 

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COMMENTI
 

lm 7 anni fa su tio
Sarebbe utile, se non necessario, imporre a USI, e SUPSI in particolare, il raggiungimento delle quote di studenti confederati previste dagli accordi stipulati con il Cantone al momento della loro creazione. Non si può contare unicamente sugli studenti ticinesi per garantire la sopravvivenza dei 2 atenei. Ora come ora, la quota di studenti provenienti da altri Cantoni è di gran lunga inferiore alla quota imposta dal Canton Ticino per ottenere i finanziamenti quadriennali. Dagli studenti provenienti dall'Italia, e dall'estero in generale, NON si ottiene alcun sussidio né contributo finanziario, mentre per ogni studente confederato che si iscrive in Ticino, il Cantone di provenienza (v. Accordo intercantonale sul finanziamento delle università AI) versa una quota non indifferente, solo di poco inferiore a 20'000 annui per iscritto.
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