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LUGANOSepolti in casa da cianfrusaglie

27.09.16 - 18:17
Sono una decina le case che “scoppiano” a Lugano. L'azienda di sgomberi: «Situazioni al limite»
foto 20 min
Sepolti in casa da cianfrusaglie
Sono una decina le case che “scoppiano” a Lugano. L'azienda di sgomberi: «Situazioni al limite»

LUGANO - La serie tv “sepolti in casa”, su Real Time, mostra ai telespettatori le dimore dei cosiddetti accumulatori seriali. Cianfrusaglie, giornali, oggetti accatastati ovunque. È quello che si trovano davanti, spesso, i professionisti ticinesi dello sgombero. «Capita di non riuscire quasi ad entrare» spiega Stefano Morabito della Ticino Transporter. «Troviamo di tutto: piatti di pasta nascosti sotto i materassi, bottiglie di coca cola vecchie di cinque anni. In un'abitazione abbiamo scoperto addirittura una gabbia con dei criceti morti».

Una decina di appartamenti - Solo nel comune di Lugano sono una decina gli appartamenti che “scoppiano” tenuti sotto controllo dal Servizio accompagnamento sociale (a livello cantonale sono molti di più, ma non esistono stime ufficiali). «Si tratta di abitazioni i cui inquilini hanno una tendenza cronica all'accumulo. Per tutelare le persone, ma anche l'igiene dei palazzi, interveniamo periodicamente. In alcuni casi, anche una volta all'anno» spiega il direttore Paolo Pezzoli. «Si tratta di situazioni delicate, in cui è necessario un accordo con l'inquilino per procedere allo sgombero. I Comuni non hanno le basi legali per intervenire in modo forzoso».

«Non riescono a separarsene» - Per lo psichiatra Tazio Carlevaro, specialista in disturbi ossessivi, è bene che sia così. «Non è detto che l'accumulo compulsivo si accompagni per forza a un problema igienico-sanitario. In generale, queste persone hanno difficoltà a liberarsi di qulasiasi cosa. Quando gli chiedi perché, in genere rispondono: potrebbero tornarmi utili» spiega l'esperto. «È un fenomeno sommerso, più diffuso di quanto si creda, ma non sempre si può parlare di vere proprie patologie: per lo più si tratta di abitudini, modi di vivere. E in quanto tali, finché non generano fastidio ai vicini e alla società, andrebbero tollerati». 

 

 

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