La scelta controcorrente di Giada e Cinzia Ghidossi. Dal lavoro in ufficio a quello all’Alpe del Gualdo: «Non torneremmo mai indietro»
LEONTICA - Dal lavoro in ufficio alla vita ad alta quota, a 1775 metri d’altezza. Singolare scelta quella di Giada (30) e Cinzia (28) Ghidossi, sorelle di Lumino che da qualche anno fanno le alpigiane all’alpe del Gualdo, sopra Leontica. I loro ritmi oggi sono scanditi dalla natura. «Ogni giorno – sottolinea Giada – mungiamo a mano, e per ben due volte, 180 capre».
Via dallo stress - In un mondo sempre più tecnologico e frenetico, c’è chi decide di andare controcorrente. Di abbandonare computer e scrivania e di “fuggire” in montagna, dove la comodità è un optional praticamente sconosciuto. La sveglia suona già attorno alle 4.30 nella piccola capanna dell’alpe. «Ci alziamo – spiega Cinzia –, poi con il nostro responsabile Stefano Negri andiamo a cercare le capre. Gli animali infatti dormono all’aria aperta. Non abbiamo stalle qui. Verso le 7 si inizia a mungere. Il secondo round parte verso le 16. Alla nove di sera siamo a letto, stanchissime ma contente».
Ragazze sprint - Giada lavora sull’alpe da quattro anni e nel frattempo ha pure conseguito un diploma di casara. «In inverno faccio la maestra di snowboard, per variare un po’». Cinzia invece da cinque anni fa ormai l’agricoltrice a tempo pieno per l’azienda di Negri. «Il nostro quartiere generale nei mesi freddi è a Carasso».
Produzione di formaggi - Niente elettricità, sul Gualdo. E dunque niente televisione. «Abbiamo l’acqua calda – precisa Giada –, per il resto ci si arrangia col fuoco o con la legna». Le due sorelle bellinzonesi sull’alpe del Gualdo producono latticini di vario genere. Ancora Giada: «Dal formaggio alla formaggella, dai büscion alla ricotta. E ogni tanto scendiamo a valle per vendere i nostri prodotti».
Una fatica sana - A metà settembre terminerà la stagione alpestre. Giada se ne andrà in vacanza per due mesi in Nepal. Cinzia rientrerà in fattoria. Entrambe torneranno al Gualdo a giugno dell’anno prossimo. «Qui si fa fatica ma si vive bene – ammette Cinzia –. Siamo abituate a vivere con poco. I computer non ci mancano. E non torneremmo mai indietro».