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BERNAImmigrazione di massa, i Cantoni presentano la loro soluzione

25.08.16 - 12:32
Il modello è quello proposto dall'ex Segretario di Stato Michael Ambühl e sviluppato inizialmente per il Ticino
Foto d'archivio (Tipress)
Immigrazione di massa, i Cantoni presentano la loro soluzione
Il modello è quello proposto dall'ex Segretario di Stato Michael Ambühl e sviluppato inizialmente per il Ticino

BERNA - Il "modello bottom-up" per l'applicazione dell'iniziativa contro l'immigrazione di massa, sviluppato inizialmente per il Ticino e focalizzato sul fenomeno del frontaliero, è ora stato adattato anche all'immigrazione per poter essere applicato dappertutto in Svizzera.

«Si tratta di una proposta pragmatica e rispettosa del federalismo», hanno precisato oggi in una conferenza stampa a Berna i rappresentanti della Conferenza dei governi cantonali (Cdc).

«È una soluzione costruttiva che permette di risolvere i problemi là dove sorgono per il tramite di misure mirate limitate nello spazio e nel tempo», ha spiegato il consigliere di stato vallesano Jean-Michel Cina, presidente della Cdc.

Tale modello corrisponde a quando auspicato fin dal 2014 dai cantoni per l'applicazione dell'iniziativa contro l'immigrazione di massa.

Un impatto diverso a seconda dei cantoni - L'impatto della libera circolazione sul mondo del lavoro è molto diverso da cantone e cantone, non solo a causa della prossimità alla frontiera, ma anche per le specificità del tessuto economico locale. «Il modello bottom-up permette di tener conto di queste disparità», ha aggiunto Benedikt Würth, responsabile delle finanze del canton San Gallo.

La proposta, sviluppata dall'ex Segretario di Stato Michael Ambühl, ora professore al Politecnico federale di Zurigo, prevede misure di salvaguardia del mercato del lavoro adottate al livello più basso possibile, laddove vengano riscontrate difficoltà particolari valutate in base a criteri chiari: prima in settori economici locali, poi, a seconda della gravità, simili provvedimenti possono essere estesi a livello cantonale e addirittura nazionale.

«Visto che il modello si adegua alle condizioni reali del mercato del lavoro è difficile stimare di quanto verrà ridotta l'immigrazione», ha precisato il professor Ambühl. Negli ultimi quattro anni le misure avrebbero potuto essere attivate 40 volte su 130 casi reali valutati a livello cantonale, ha aggiunto l'ex alto diplomatico. «I cantoni che ne avrebbero beneficiato maggiormente sono, oltre al Ticino, Zurigo, Vaud, Vallese e Ginevra», ha spiegato.

Nessun contingente - Questo tipo di «clausola di salvaguardia» non prevede l'introduzione di contingenti. «Non è quindi un'interpretazione letterale del testo UDC, ma ne rispetta lo spirito», secondo l'ex segretario di Stato.

Inoltre si basa su una possibilità già offerta nell'Accordo di Libera circolazione delle persone: l'articolo 14, capoverso 2 infatti consente l'adozione di misure che limitano l'immigrazione «in caso di difficoltà di ordine economico o sociale», ha spiegato il professor Ambühl.

La condizione essenziale è un'immigrazione nettamente superiore alla media dei paesi Ue-Aels. Nel 2013, il tasso di immigrazione dei cittadini Ue-Aels in Svizzera è stato dell'1,7%, nettamente al di sopra della Germania (0,7%), della Gran Bretagna (0,7%) o della Francia (0,3%), precisa lo studio. Gli altri criteri sono l'evoluzione della disoccupazione e dei salari.

Preferenza indigena in ogni settore, ma... - La preferenza indigena sul mercato del lavoro a livello cantonale verrebbe applicata a tutti i settori, ma le autorità avrebbero comunque la possibilità di escludere quei rami dove esiste penuria di manodopera locale. A livello nazionale, invece, verrebbe adottata solo nei settori e nei gruppi professionali che subiscono una forte immigrazione.

«Non si tratta di una forma di discriminazione in base alla nazionalità visto che il criterio determinante è la residenza», ha precisato Ambühl. Gli stranieri residenti beneficerebbero della precedenza nazionale tanto quanto gli Svizzeri

Se le autorità cantonali o federali giudicano auspicabile l'adozione di simili misure, spetta poi al Consiglio federale proporre al comitato misto Svizzera-Ue l'attivazione della clausola di salvaguardia. Il modello bottom-up inoltre permette l'adozione di provvedimenti di politica interna indipendenti dall'Accordo di Libera circolazione, come ad esempio misure di accompagnamento a livello cantonale.

 

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COMMENTI
 

Danny50 7 anni fa su tio
Non si tiene conto della votazione. Soluzioni calabraghe per mantenere u viscidi bulaterali che servono solo all'europa e a qualche multinazionale usa. Un vero scandalo di come si rispetti le decisioni del popolo. Meglio abolire iniiziative e referendum perche stanno diventando una presa per i fondelli. l'art. 121 nella costituzione parla chiaro: contingenti e preferenza agli svizzeri per l'impego (non ai rigommati).

patrick28 7 anni fa su tio
A questo punto è l'unica proposta applicabile. L'importante è preservare gli accordi bilaterali con l'UE.
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