I rappresentanti del mondo economico sono stati sentiti oggi in audizione dalla Commissione della gestione e delle finanze del Gran Consiglio
BELLINZONA - L'imposta di collegamento è "un balzello illegale a carico dei ticinesi". Non usano giri di parole i rappresentanti del mondo economico, sentiti oggi in audizione dalla Commissione della gestione e delle finanze del Gran Consiglio, e che hanno avuto modo di illustrare i motivi della netta contrarietà al provvedimento proposto dal Consiglio di Stato. "Di fatto quella che è stata presentata come una tassa è in realtà un’imposta che non rispetta i principi costituzionali dell’imposizione fiscale vigenti nel nostro paese. In aggiunta, oltre a non risolvere i problemi del traffico, va nuovamente a mettere le mani nelle tasche dei ticinesi".
Tra le principali obiezioni mosse da ASSEA, AITI, DISTI e Camera di Commercio, il fatto che ad oggi il messaggio governativo non contenga gli approfondimenti richiesti dal Parlamento, "in particolare una verifica dell’impatto economico dell’imposta di collegamento, un approfondimento giuridico e un’analisi degli effettivi benefici in materia di riduzione del traffico veicolare derivanti da tale imposta". Ma c'è di più: le associazioni giudicano "illegale" l'imposta "in quanto viola la Costituzione federale, secondo la quale le imposte devono coinvolgere tutti i cittadini e non solo delle cerchie ristrette". Il mondo economico auspica che, come accade a Lucerna o San Gallo, sia disposto il prelievo di un tributo causale.
A risentire delle conseguenze della tassa saranno ticinesi e residenti, aggiungono, "che pagheranno infatti i 2/3 del tributo, come finalmente anche ammesso dal Consigliere di Stato Claudio Zali. Vista la dichiarata volontà di disincentivare il traffico privato, tale imposta non potrà che essere ribaltata su consumatori e lavoratori, ai quali potrebbe costare anche più di 1'000 franchi all’anno". Le associazioni non sono per niente convinte dell'efficacia della proposta governativa in merito alla diminuzione del traffico, e aggiungono: "Se è altamente probabile che tale imposta sarà cassata in sede ricorsuale, è invece sicuro che gli introiti previsti non saranno comunque prelevabili nel corso del 2016, in quanto sembrano essere più che certi referendum e ricorsi sia sul disposto generale sia sulle varie decisioni di tassazione. Con questa imposta si andrebbe dunque ad approvare un Preventivo 2016 del Cantone, con già la consapevolezza che nella realtà non sarà possibile rispettarlo".
La varie associazioni presenti hanno infine nuovamente ribadito la disponibilità a fare la propria parte sia nell’ambito dell’ottimizzazione della mobilità sia in quello del finanziamento del trasporto pubblico. Nel concreto si è disposti ad accettare un tributo che sia causale, così come sempre richiesto e come è stato dimostrato possibile a San Gallo e a Lucerna.