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MINUSIO"Eranio? Uno che parla in tivù deve sapersi esprimere"

22.10.15 - 15:25
Frase razzista alla RSI. Il parere di Mohammed Soudani, ex calciatore e regista di origini africane, sul licenziamento dell'ex campione del Milan: "Il momento storico è delicato"
"Eranio? Uno che parla in tivù deve sapersi esprimere"
Frase razzista alla RSI. Il parere di Mohammed Soudani, ex calciatore e regista di origini africane, sul licenziamento dell'ex campione del Milan: "Il momento storico è delicato"

MINUSIO - "Io li capisco quelli della televisione. Un servizio pubblico non può permettersi di veicolare certi messaggi. E il momento storico in cui viviamo è delicatissimo". Così la pensa il regista Mohammed Soudani sul licenziamento dell'opinionista Stefano Eranio dalla RSI. Un commento dell'ex campione del Milan in merito all'incapacità 'di pensare' da parte dei giocatori di colore è stato ritenuto razzista dai vertici dell'azienda. Soudani, ex calciatore e originario dell'Algeria ha la giusta sensibilità per analizzare l'episodio. "Non si poteva fare altro - sostiene -. È una presa di posizione forte".

Eranio si è difeso sostenendo che la sua intenzione, commentando l'errore di un difensore di colore, era quella di affermare che gli africani sono poco organizzati tatticamente.
Mi risulta che già qualche settimana fa si era lasciato andare a un altro commento ambiguo, definendo i calciatori di colore un po' troppo abbronzati. Allora ci fu solo un ammonimento da parte dell'emittente di Comano.

L'ex campione del Milan è un opinionista d'esperienza. Possibile scivolare così?
Quando uno fa questo lavoro, dovrebbe sapere come esprimersi in televisione. E dovrebbe capire la pericolosità di certe frasi. Personalmente non lo assolvo. È recidivo.

"Sono potenti fisicamente, però quando c'è da pensare..." Questa è la frase incriminata. Qual è la sua analisi?
Il mondo del calcio lo conosco bene, anche perché ho un nipote che gioca ad alti livelli. Non mi pare che, fatte le dovute eccezioni, sia composto da grandi pensatori. E il colore della pelle non c'entra.

Però è vero che le squadre africane, molto forti col fisico, hanno lacune dal punto di vista dell'organizzazione. Lo si nota spesso ai Mondiali. Non è d'accordo?
Sì. Ma allora bisogna spiegarle bene le cose. Non fare dell'ironia ambigua. Non è tanto importante cosa si dice, ma come lo si dice. Fa parte delle regole della comunicazione. Se non si è chiari, meglio tacere.

Lei ha accennato al momento storico attuale. Quanto pesa questo aspetto?
In questo periodo il tema dell'immigrazione è sotto i riflettori. C'è parecchia sensibilità sull'argomento e ogni parola non chiara può essere interpretata in più modi. Certi ambiti sono caldissimi. Uno va a dire in televisione che i neri non sanno pensare. E lui quanto ci ha pensato prima di pronunciare queste parole?

Da uomo di colore, può sentirsi offeso da una frase come quella rilasciata da Eranio?
Io ho vissuto il pregiudizio sulla mia pelle. Non ho mai fatto vittimismo. Guardo e passo oltre. Sono però convinto che il fatto di essere un bravo calciatore sia dovuto a doti naturali. E che la gente intelligente debba essere responsabile delle cose che dice.



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