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CANTONESpegni la tele: arriva San Nicolao con l’uomo nero

05.12.14 - 06:02
Una chiacchierata con chi visita le famiglie ticinesi da oltre 25 anni: “È un mestiere difficile”
Spegni la tele: arriva San Nicolao con l’uomo nero
Una chiacchierata con chi visita le famiglie ticinesi da oltre 25 anni: “È un mestiere difficile”
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LUGANO – “Arriva Babbo Natale”. Molti bambini confondono la figura di San Nicolao, che questo weekend visiterà anche diverse famiglie ticinesi, con quella del suo ‘parente’ del Polo Nord. “Quante volte mi chiamano Babbo Natale” ci conferma infatti Daniel Schlatter, che da oltre 25 anni veste i panni di San Nicolao nell’ambito dell’azione che l’Opera Kolping propone nel Luganese. Un ruolo non facile, in particolare con i bambini del giorno d’oggi: “Sempre più fruitori dei media, tendono ad affrontare il personaggio in maniera diversa”.

Ma l’approccio sta cambiando anche da parte dei genitori. “Il compito di San Nicolao – spiega – è di riprendere i bambini che si sono comportati male durante l’anno. È però sempre più difficile, perché i genitori ci recapitano liste che comprendono quasi soltanto aspetti positivi”.

Nelle case San Nicolao e il suo assistente Schmutzli (vedi sotto) di solito prendono posto e chiedono se i bambini hanno preparato una canzoncina o una filastrocca. “Si tratta però di un’usanza che si sta perdendo. Speriamo di ripristinarla ricordando ai piccoli di preparare qualcosa per l’anno successivo”. Durante la visita non mancano poi le difficoltà. Da una parte la televisione accesa: “All’inizio – racconta ancora Schlatter – faccio finta di niente, perché m’aspetto che qualcuno la spenga. Ma poi devo chiedere di provvedere”. Dall’altra, i regali che diventano sempre più grandi: “Tradizionalmente si donano noccioline e mandarini, magari con un regalino. Spesso ci ritroviamo però a dover mettere nel sacco pacchi sempre più grandi”. Ora per San Nicolao fervono dunque i preparativi per questo weekend di ‘lavoro’.

“Un personaggio serio” – “Le famiglie che ricevono il San Nicolao in casa stanno diminuendo”, ci dice Elsbeth Caduff, responsabile dell’azione proposta dall’Opera Kolping. “Se negli scorsi anni ne avevamo oltre trenta, quest’anno sono circa 25”. La tradizione in Ticino è infatti poco conosciuta. “Molti pensano che si tratti principalmente dei regali – spiega – ma San Nicolao è un personaggio serio che ha anche un ruolo educativo”.

Lo sconosciuto Schmutzli - Chi è quell’uomo nero che accompagna San Nicolao? “È Schmutzli, il suo assistente” spiega Schlatter. “Un personaggio proveniente dalla tradizione nordica che qui non è conosciuto. Molti bambini lo guardano con sospetto”. Come mai ha il volto sporco? “Nella nostra tradizione, San Nicolao e Schmutzli vivono nel bosco. Il suo assistente lo aiuta nei lavori di falegnameria”.

Noci e mele ai poveri – Qualche cenno storico. Il bambino Nicolao viveva a Patara, in Turchia. Perse prematuramente i suoi genitori e, nonostante le ricchezze che gli rimasero, non era felice. La felicità la ritrovò regalando tutti i suoi averi. Quando poi diventò vescovo a Myra, annualmente indossava l’abito più pregiato, e col bastone d’oro e l’asinello percorreva le strade della città regalando mele, noci e mandarini alla folla. Nicolao, che oggi conosciamo come San Nicola di Bari, morì il 6 dicembre 352. Il giorno tuttora a lui dedicato.

 

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