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BRIONE VERZASCA“Ho già perso mia figlia, il dramma non deve ripetersi”

27.11.14 - 08:12
Melania Grimani, mamma della bimba investita due anni fa, sta conducendo una singolare battaglia per la sicurezza: “Con quei cartelli le autorità ci prendono in giro”. Il sindaco: “Fobia collettiva"
“Ho già perso mia figlia, il dramma non deve ripetersi”
Melania Grimani, mamma della bimba investita due anni fa, sta conducendo una singolare battaglia per la sicurezza: “Con quei cartelli le autorità ci prendono in giro”. Il sindaco: “Fobia collettiva"

BRIONE VERZASCA - “Quei cartelli ci prendono in giro. Ho già perso mia figlia, e non voglio che il dramma si ripeta”. Melania Grimani, classe 1980, è la mamma della bimba che nell’aprile del 2012 venne investita da un’auto in retromarcia nella piazza di Brione Verzasca. Da allora la giovane donna combatte una battaglia per la sicurezza dei più piccoli nel comune vallerano. E ora che a pochi metri da casa sua è sorto un singolare cartello, Melania ha deciso di vuotare il sacco. “Avevamo chiesto di mettere un limite di 30 chilometri orari in determinate zone - spiega -. Ma le autorità hanno piazzato un cartello con la scritta: ‘volontario, 30 chilometri orari, pensateci’. Come per dire: fate come volete”.      

I dubbi dei genitori - Il braccio di ferro di Melania con le autorità del posto coinvolge anche altri genitori. “In questi anni abbiamo chiesto di introdurre i dossi per la riduzione della velocità. Li hanno piazzati, ma in un secondo tempo li hanno smussati. Perché qualcuno ha reclamato, sostenendo che fossero troppo alti”. E poi c’è la questione del parco giochi, situato proprio nella piazza in cui è morta la figlia di Melania. “I bambini giocavano a calcio e la palla finiva in strada. È stato chiesto di recintare il perimetro con una rete. Sapete cosa hanno fatto le autorità? Hanno tolto le porte da calcio. Bel modo di risolvere i problemi”.

Terrore in paese - Il sindaco Edy Salmina, dal canto suo, invita alla calma. “Dopo la morte della piccola, purtroppo in paese si è scatenata una sorta di fobia collettiva. Si teme che la tragedia possa ripetersi. Queste mamme vedono pericoli ovunque e noi siamo messi a dura prova. Certo, da una parte è comprensibile. I famigliari della bimba hanno vissuto un dramma indescrivibile. Noi però dobbiamo agire razionalmente, altrimenti si semina il terrore”.    

Coscienza pulita - Stando al sindaco, di passi avanti a livello di sicurezza il Comune ne avrebbe già fatti parecchi. “Quella del parco è stata trasformata in una zona d’incontro, con il limite di 20 chilometri orari. Le porte da calcio? È vero, le abbiamo tolte. Ma a 300 metri, dall’altra parte della strada cantonale, c’è un campo sportivo accessibile a tutti. I dossi, invece, ora sono alti 6 centimetri. Limitano già parecchio la velocità. Per tranquillizzare ulteriormente questi genitori abbiamo introdotto anche il cartello in cui si invita gli automobilisti a restare volontariamente al di sotto dei 30 chilometri all’ora. Consapevoli del fatto che già per la presenza dei dossi non potranno neanche superare i 20 all’ora”.

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