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TICINOViolenza domestica, mozione dei Verdi

27.06.12 - 14:15
Violenza domestica, mozione dei Verdi

BELLINZONA - 1. ridurre l’inutile carico amministrativo cui sono sottoposte le autorità modificando la Lpol perché non sia più prevista la conferma da parte del pretore della decisione dell’allontanamento da parte dell’Ufficiale di polizia, sostituita invece dalla possibilità di ricorso (al pretore) da parte dell’allontanato;

2. modificare la prassi corrente che prevede un uso improprio dell’art. 55a CP all’origine di un numero sproporzionato di non luogo a procedere nei casi di reati d’ufficio in ambito domestico;

3. prevedere per tutti i coniugi violenti, indipendentemente o sussidiariamente da un’eventuale sanzione penale, un sostegno riabilitativo obbligatorio (trattamento di gruppo o terapia individuale),

4. adottare uno strumento diagnostico in grado di valutare il potenziale di recidiva e il grado di rischio futuro per la vittima delle violenze, la cui metrica possa orientare l’autorità penale sulla presa di misure preventive all’indirizzo della coppia.

Sono queste le richieste contenute nella mozione presentata oggi dal gruppo dei Verdi in parlamento in materia di procedure in ambito di violenza domestica. I Verdi ritengono che l'articolo 55 a del Codice Penale "permette alla vittima di determinati reati in ambito domestico di domandare o acconsentire alla richiesta del Magistrato, di sospendere provvisoriamente il procedimento". A questo proposito i Verdi rilevano che:

1) alla vittima viene concesso, già all’atto della sua prima verbalizzazione, di chiedere la sospensione del procedimento, adducendo che potrà revocare in un secondo tempo questa sua decisione;

2) oltre il 60% dei procedimenti finisce con un non luogo a procedere dopo lo scadere dei 6 mesi concessi alla vittima per ritirare la sua richiesta/consenso alla sospensione. Siamo tuttavia a conoscenza di casi in cui il non luogo è stato pronunciato prima dello scadere dei 6 mesi.

A fronte di queste osservazioni ci risulta che:

Le persone violente non solo in genere vanno esenti da pena, ma non è neppure previsto un percorso riabilitativo obbligatorio. Benché dal giugno 2011 questi vengano sempre informati della possibilità di un colloquio con il patronato, la misura è volontaria;

nel solo caso a noi noto in cui il pretore ha deciso dopo dibattimento orale sulla sospensione della misura, i motivi addotti sono stati la buona condotta tenuta durante il colloquio dalla persona all’origine delle violenze;

non è in uso alcuno strumento diagnostico sulla probabilità di recidiva che permetta di sensibilizzare la coppia sui rischi futuri e fornisca un quadro di riferimento per organizzare il supporto alla vittima e all’autore delle violenze.
 

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