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TICINOIl mercato dentistico è saturo. Ma dietro l'angolo ci sono i dentisti low cost

16.05.12 - 08:25
Il presidente dell'Ordine: "In Ticino i nuovi arrivi più che spaccaprezzi sono spaccaqualità"
Foto archivio TI-Press
Il mercato dentistico è saturo. Ma dietro l'angolo ci sono i dentisti low cost
Il presidente dell'Ordine: "In Ticino i nuovi arrivi più che spaccaprezzi sono spaccaqualità"

MENDRISIO -  “Arrivano i dentisti low cost” è l’allarme – ma per taluni l’auspicio - lanciato dal 20 Minuti di oggi. Una catena tedesca si sta introducendo nel mercato d’Oltralpe, offrendo un concetto di servizio basato su quello degli aerei: first class, business e economy. Ognuno può scegliere come farsi curare secondo le proprie disponibilità economiche. Il Ticino, per ora, non rientra nei piani di espansione della catena tedesca, che intende prima osservare l’evoluzione degli affari in Svizzera interna. Ma non per questo il nostro Cantone si trova al riparo dall’”invasione” estera, come spiega il presidente dell’Ordine dei medici dentisti del Canton Ticino, Giovanni Wiesendanger.

Dottor Wiesendanger, voi dentisti ticinesi temete l’arrivo di grandi catene estere?
"Finora di questa catena tedesca non abbiamo avuto informazioni particolari. Ci sono state però diverse richieste da parte di odontoiatri che intendevano aprire dei grossi centri dentistici, con delle caratteristiche di cliniche, facendosi consigliare da fiduciarie. Poi però queste intenzioni non si sono concretizzate. In Ticino si assiste a una forte affluenza di odontoiatri, ma non in strutture organizzate o in studi multipli. Abbiamo un solo esempio di un odontoiatra che ha acquistato consecutivamente sull'arco di 4 anni quattro studi per ingrandire la sua base di clientela."

Ed è quindi l'unica "catena" in Ticino…
"Che non è una catena perché lo studio finale è uno solo. Semplicemente questo collega ha rilevato 4 studi diversi per incrementare il numero dei suoi pazienti. Non ha fatto però l'entusiasmo dell'Ordine, perché c'è un certo rispetto del segreto medico che non sappiamo se sia stato completamente rispettato."

Cosa intende?
"Come lei sa, gli atti medici sono riservati al medico e al rapporto col paziente. Non sappiamo se in queste cessioni di studio sia stato regolamentata correttamente la trasmissione degli atti medici. Ovviamente chi compra lo studio non deve venire a raccontare all'Ordine come lo fa. Noi abbiamo il dubbio che la cosa possa non essere stata completamente regolare, ma non lo sappiamo."

In ogni caso si assiste all'arrivo di dentisti stranieri, italiani in particolare?
"Sì, nell'ultimo anno abbiamo avuto 15 nuovi liberi esercizi. 3 sono stati rilasciati a colleghi con diploma svizzero, gli altri 12 a colleghi con diploma estero, di cui 8 italiano."

Ma il mercato è saturo o c'è ancora spazio?
"È più che saturo. Attualmente il Ticino ha 325 liberi esercizi attivi, ossia un dentista per meno di mille abitanti. Dovrei controllare le statistiche ma siamo probabilmente il Cantone con la maggiore densità."

Come mai si aprono nuovi studi, allora?
"C'è da dire che non tutti coloro che ricevono il libero esercizio poi praticano in Ticino, rispettivamente a tempo pieno. C'è chi ha il suo studio nel paese d'origine e poi esercita temporaneamente, per uno o due giorni a settimana, da noi. Però è relativamente difficile per un collega che viene da fuori così di botto aprire uno studio. Prima di tutto ci vogliono certi mezzi e secondo ci vuole una base di clientela che non è assolutamente facile trovare. Se un odontoiatra arriva è spesso perché va a praticare presso un altro studio o perché rileva lo studio di qualcuno che lascia."

Però il numero globale è comunque in aumento…
"Sì, rispetto a un anno fa abbiamo 13 liberi esercizi totali in più, considerando anche chi ha lasciato. E questo non è stato nemmeno l'anno con la maggior crescita, gli altri anni era ancora maggiore. La cosa ci preoccupa nella misura in cui avvertiamo i segni di una concorrenza molto forte. Questo ben venga nell'interesse del paziente, ma il problema è quando questa concorrenza non è corretta e va a scapito delle norme deontologiche e di comportamento.

È una concorrenza spaccaprezzi?
"No, non è quello. Semmai va un pochino a danno della qualità e in certi casi anche a danno del buon nome dei dentisti, perché certi esempi non fanno onore a nessuno. È più che altro una concorrenza spaccaqualità."

Quindi i prezzi non sono scesi?
"No, la media dei prezzi rimane quella che conosciamo, ma per lo stesso prezzo si rischia di ottenere alle volte delle prestazioni non corrette. Non è una cosa generalizzata ma qualche raro esempio c'è."

In seguito al calo dell'euro sono aumentati i ticinesi che vanno all'estero?
"Difficile dirlo. Io da parte dei colleghi, anche qui del Mendrisiotto, non ho avuto sentore di un deflusso di pazienti verso l'Italia. La mia sensazione è che si vada ancora abbastanza sulla fiducia. Un paziente sceglie un dentista perché si sente correttamente trattato e ha fiducia in questa persona. Non mi sembra che il prezzo faccia ancora una grossa rilevanza. Però è una sensazione, non è una conferma."

Esiste il fenomeno di persone che vanno ancora più lontano, per esempio in Ungheria?
"Sono casi molto sporadici. Se si va all'estero credo si vada piuttosto in Italia."

E il fenomeno inverso, persone che dall'estero vengono in Ticino?
"Sì, c'è. Ci sono persone che dalle zone di confine vengono qui, ma sono spesso persone che già lavorano in Svizzera."

Perché comunque esiste una differenza di prezzo tra Svizzera e Italia...
"Sì, indubbiamente, soprattutto per le prestazioni ad elevata qualità. Lì c'è una differenza. Per le prestazioni di base la differenza non è molto, per dirla tutta. Gli odontioatri che hanno molto lavoro in Svizzera non hanno molto interesse a cercare un secondo impiego in Svizzera."

Non si è mai discusso di numero chiuso o di moratoria?
"Il numero chiuso non è legale e la moratoria non entra in linea di conto perché noi non siamo soggetti al regime delle assicurazioni malattia, se non per quelle poche malattie che rientrano nella casistica della Lamal. Oltre il 95% delle nostre prestazioni è al di fuori di qualsiasi regime di assicurazione malattia di base. Essendone sganciati, il legislatore non ha ritenuto, comprensibilmente, di dover limitare il numero dei praticanti. Perché noi non carichiamo il sistema casse malattia o comunque lo carichiamo molto poco. Quindi il legislatore non si è sentito di limitare il numero per timore di un aumento di spesa."

Ma c'è stato un aumento di spesa globale?
"L'aumento di spesa, almeno stando alle statistiche nazionali, non c'è stato. Nel raffronto di anno in anno la spesa della sanità in ambito medico-dentistico è leggermente al di sotto del rincaro globale della spesa sanitaria."

Aumentano i dentisti ma ognuno di loro guadagna un po' meno?
"Tendenzialmente parrebbe che sia così."

Quali sono le prospettive future?
"La sfida è quella di avere un ricambio generazionale sufficiente. Perché a livello svizzero la formazione è sempre a cifre abbastanza importanti ma cresce moltissimo la quota di donne. Se una volta la maggioranza era composta da uomini, da una decina d'anni è il contrario. Ma la donna, si sa, vuoi per i molteplici impegni vuoi perché nella società d'oggi è ancora lei ad assumersi la responsabilità della famiglia, non lavora a tempo pieno. Si va incontro, nel lungo termine, a una minor incidenza di diplomi svizzeri sulla quota generale perché le donne avranno probabilmente un'attività professionale che non sarà al 100%."

Quindi anche questo fattore favorirà l'aumento di dentisti stranieri?
"Potrebbe divenirlo. D'altra parte bisognerà vedere anche l'evoluzione negli stati esteri. Parrebbe che in Italia siano tantissimi gli odontoiatri formati, tanto che molte università hanno il numero chiuso, a causa delle tante richieste."

Però tanti italiani prendono il diploma nei paesi dell'Est...
"Sì, oppure se hanno i mezzi vanno verso la Francia, la Spagna o addirittura il Nordamerica."

Non ci sono problemi di riconoscimento dei diplomi?
"No, dal momento che con un diploma di odontoiatria proveniente da un paese della Comunità europea un dentista può operare ovunque. La Confederazione fa le verifiche del caso, semmai deve stare molto attenta di fronte a eventuali diplomi conseguiti in maniera illecita - e in Italia gli esempi ci sono - ma problemi di parificazione non ce ne sono. Noi non ne siamo entusiasti, perché riteniamo che ci siano delle differenze qualitative rilevanti, ma la legge dice che c'è un'equipollenza."

Ma la formazione è uguale ovunque?
"La nostra formazione, oltre che teorica, è anche molto pratica. Un medico dentista che fa la formazione in Svizzera arriva agli esami avendo già curato molti pazienti con l'assistenza delle varie cliniche universitarie, mentre per quanto riguarda la controparte italiana, la formazione è soprattutto teorica."

Gli odontoiatri italiani che arrivano in Ticino si iscrivono all'Ordine?
"Lo sono d'ufficio, dato che l'Ordine copre le relazioni con gli enti cantonali. Poi dipende dall'interesse che questi colleghi hanno. Una parte di loro, non pagando la quota di appartenenza all'Ordine, in un qualche modo si autoesclude perché dimostra di non essere interessata. Di diversi colleghi italiani noi non sappiamo se hanno una pratica attiva in Ticino. Ci sono anche colleghi italiani che cercano il libero esercizio come forma pubblicitaria. Il fatto di appartenere all'Ordine dei dentisti ticinesi viene reclamizzato in Italia come una qualifica di merito, quando in realtà non lo è affatto, è meramente una questione formale."

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