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CHIASSOSalari in euro e sottopagati, la nuova realtà del terziario in terra di confine

16.03.12 - 16:10
Keystone
Salari in euro e sottopagati, la nuova realtà del terziario in terra di confine

CHIASSO - Per molte ditte italiane abbandonare la patria e stabilirsi in Ticino rappresenta un vero e proprio affare. Si ritrovano un carico fiscale alleggerito, si portano il loro personale dall'Italia che non deve sottostare a contratti collettivi di lavoro, retribuiscono i loro dipendenti in euro. E' questa, a grandi linee, la realtà descritta dal sindacato OCST che questa mattina, a Chiasso, in conferenza stampa, ha denunciato un fenomeno, quello del dumping salariale che desta non poche preoccupazioni nel settore del terziario ticinese.

Il problema sta colpendo in modo particolare la cittadina di Chiasso, dove si sono stanziate "attività di call center e di intermediazione nel campo assicurativo  e turistico che sembrano avere trovato un humus particolarmente ideale".

Il dumping è una realtà. Anche perché il salario di riferimento per l'assunzione è fissato in euro e risente visibilmente dei parametri vigenti oltre confine. In un caso verificato dal sindacato risulta che il salario netto in euro viene convertito con un tasso di cambio di 1,52 per euro quando il rapporto si attesta oggi attorno a 1,21.

L'OCST, inoltre, scrive, che "i dipendenti che svolgono la funzione di operatore di call center in senso stretto (cioè tramite contatti telefonici) sono sottoposti al salario minimo fissato dal contratto normale; chi svolge una funzione analoga ma tramite il canale informatico (contatti con la clientela via internet) non ne beneficia". Inoltre - si legge ancora - "non essendoci un salario vincolante per gli impiegati d’ufficio, la retribuzione accordata è di gran lunga inferiore a quella usuale per la professione. Si assiste al paradosso che gli operatori di call center usufruiscono di un salario che, benché particolarmente contenuto, è superiore a quello percepito dai cosiddetti impiegati di back office".

Tutto questo preoccupa perché sul mercato del lavoro locale questa situazione ha un duplice impatto. Il primo riguarda le retribuzioni. Queste ditte diventano un punto di riferimento per le altre ditte e categorie impiegatizie e perciò accade che i salari scendono a livello generale nell'intera zona. Inoltre, sotto il profilo occupazionale, i salari e le condizioni di lavoro simili portano a rendere impossibile alla manodopera locale l'accesso al mondo del lavoro. Le ditte, infatti, come sottolinea il sindacato, hanno tutto l'interesse a mantenere più basso il costo del lavoro".

L'OCST chiede ora che queste ditte si adattino al tessuto locale e rispettino le condizioni di lavoro e tengano conto della manodopera residente. Inoltre l'appello è alla commissione Tripartita cantonale in materia di libera circolazione affinché concorra ad ottenere una regolamentazione delle condizioni di lavoro più consona alla realtà cantonale.

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