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TICINO/SIERRE"Vi racconto la pressione di chi guida un pullman di bimbi"

15.03.12 - 07:21
Dopo il dramma in Vallese, la testimonianza di Carlo Mantegazzi, autista da 35 anni
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"Vi racconto la pressione di chi guida un pullman di bimbi"
Dopo il dramma in Vallese, la testimonianza di Carlo Mantegazzi, autista da 35 anni

AROGNO/SIERRE – "Sì, ognuno di noi quando parte per un viaggio in fondo un po’ ci pensa al fatto che potrebbe accadere una tragedia. È umano”. Carlo Mantegazzi, responsabile della Viaggi Mantegazzi di Arogno, fa l’autista da 35 anni. Spesso si occupa anche del trasporto delle scolaresche durante le gite scolastiche. La notizia del dramma di Sierre, in cui sono morti oltre 20 bambini, lo ha scosso. Lo ha turbato. “Chi guida un pullman ha una responsabilità immensa. E quando a bordo ci sono dei ragazzini la pressione aumenta ancora di più".

Qual è la variabile più importante?
"Gli adulti di solito stanno calmi, i bambini e gli adolescenti solitamente tendono a fare schiamazzi, è comprensibile, lo fanno innocentemente. Ma il rischio di distrazione è alto per l’autista. Io tendo sempre a staccare, cerco di restare superconcentrato sulla guida. Se la situazione dietro degenera però, mi fermo. Non ha senso che un’autista continui la sua corsa se le condizioni in cui si trova a lavorare non sono ottimali".
 
Poi c’è il problema delle ore di riposo degli autisti…
"In generale c’è un brutto andazzo. La concorrenza nel nostro settore è spietata e molti giocano al ribasso. C’è gente che pur di lavorare viaggia sotto costo e si mette al volante oltre il consentito. Un’autista a tempo pieno non può guadagnare meno di 5.500 franchi al mese, per gli ausiliari bisogna calcolare almeno 350 franchi al giorno di guadagno… Chi guida un pullman deve potere riposare mediamente undici ore al giorno e non deve stare al volante per più di nove ore. Non dovrebbe percorrere più di 450 chilometri al giorno".
 
Cosa pensa del doppio o triplo autista?
"Da sempre io sostengo che per le gite di una certa lunghezza bisognerebbe avere due o più autisti. Se ad esempio l’autista principale è reduce da una notte insonne, avrebbe la possibilità di farsi dare il cambio. Purtroppo c’è chi pur di risparmiare si affida a gente che della sicurezza se ne infischia".

Sul caso di Sierre però si sa che il veicolo era nuovo ed appartenente a un’agenzia di prestigio. Inoltre gli autisti a bordo erano due. Quindi sembra fosse tutto in regola.
"Difficile parlarne. Forse è stata davvero una terribile fatalità. Basta una leggera distrazione per andare incontro all’irreparabile, ne siamo consapevoli. Se ne parla spesso durante le riunioni di aggiornamento".
 
Cosa può consigliare a chi fa il suo stesso lavoro?
"Di non spingersi mai oltre i propri limiti. Se uno ha sonno, è meglio che faccia la figura di fermarsi a riposare, piuttosto che proseguire. Inoltre occorre farsi rispettare. Prima di partire bisogna mettere le cose in chiaro con i passeggeri, di qualunque età siano. Si deve fare loro capire che il ruolo dell’autista è psicologicamente delicato. A volte però purtroppo può anche non bastare".
 
P.M.

 


 

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