BERNAIl segreto bancario elvetico è ancora salvaguardato?

BERNA - Il segreto bancario elvetico è ancora veramente salvaguardato? L'interrogativo si pone dopo le rivelazioni riguardanti lo spionaggio della CIA americana sulle transazioni finanziarie internazionali che passano attraverso la società SWIFT di Bruxelles. Gli istituti di credito svizzeri e il Consiglio federale minimizzano e sostengono che formalmente il segreto non è stato violato, ma sul tema non mancano le voci critiche.

A fine giugno grazie alla stampa americana il mondo è venuto a sapere che dalla fine del 2001 gli Usa hanno accesso a praticamente tutte le informazioni sul traffico pagamenti internazionali gestiti da SWIFT, con la condiscendenza delle banche centrali, delle grandi banche e dei governi. Gli istituti di credito svizzeri sono fra i principali utilizzatori di SWIFT, ma non vogliono dire da quando erano al corrente della situazione.

Nessuno nega il bisogno di lottare contro la criminalità e il terrorismo ma, affermano i critici, un conto è agire sulla base di normative chiare come quella svizzera sul riciclaggio, un altro è operare con basi legali dubbie o inesistenti, in modo segreto e senza rispettare il diritti fondamentali dei clienti, tenuti completamente all'oscuro della situazione. Tanto più che si pone la domanda sull'utilizzo dei dati raccolti: chi può garantire che non finiscano in mano ad un'autorità fiscale?

"Il segreto bancario non è un mito, è una realtà", taglia corto Alain Bichsel, portavoce dell'Associazione svizzera dei banchieri, interrogato dall'ATS. A suo avviso, esso non è stato violato: la vicenda concerne infatti solo i dati relativi al traffico dei pagamenti internazionali dopo che questi hanno lasciato la Svizzera.