I presidenti dei partiti di governo orientati verso un progetto meno "indigesto", articolato su più fasi. Rösti: «Un pilastro dopo l'altro, e non tutto nello stesso paniere»
BERNA - Dopo il fallimento odierno della riforma pensionistica serve un piano B, con un progetto meno indigesto e magari a più stadi. Sembra essere questo l'approccio che si sta cristallizzando, stando ai presidenti dei partiti di governo.
«Abbiamo un piano B da mesi», ha detto all'ats la presidente del PLR Petra Gössi. Per garantire l'AVS è necessario un nuovo finanziamento, serve un aumento moderato dell'Iva senza toccare il sistema delle rendite. Altro punto importante è l'armonizzazione dell'età di pensionamento per le donne e gli uomini a 65 anni. La riforma del secondo pilastro dovrebbe essere attuata in una seconda fase.
Un pilastro dopo l'altro, e non tutto nello stesso paniere, è anche il messaggio di Albert Rösti. Il presidente dell'UDC ha aggiunto che l'obiettivo principale rimane quello di garantire la sopravvivenza a lungo termine dell'AVS. Rösti propone un pensionamento a 65 anni per tutti e un rapido aumento dell'IVA di 0,3 punti percentuali.
Per il presidente PS Christian Levrat occorre prepararsi a nuovi dibattiti in parlamento. La votazione odierna ha posto dei limiti che non dovrebbero essere superati nella prossima riforma, come il taglio delle rendite o il peggioramento della situazione di gruppi come quello delle donne.
«È molto difficile dire oggi in quale direzione andranno i dibattiti in parlamento», afferma da parte sua il presidente PPD Gerhard Pfister. Ma prima di rientrare nell'arena è tempo di fare un'analisi. Secondo Pfister il prossimo progetto rischia però di portare a una polarizzazione, come è stato il caso da 20 anni a questa parte in tema di AVS.