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SVIZZERABocciata l'iniziativa per un'economia verde

01.12.15 - 11:32
Bocciata l'iniziativa per un'economia verde

BERNA - L'iniziativa popolare dei Verdi "Per un'economia sostenibile ed efficiente in materia di gestione delle risorse (economia verde)" solleva problemi reali, ma propone soluzioni troppo estreme. È l'opinione del Consiglio nazionale che - come già fatto dagli Stati un anno fa - raccomanda alla popolazione, con 129 voti contro 61, di bocciare la proposta di modifica costituzionale.

La minoranza rosso-verde si è battuta invano a favore dell'iniziativa. "L'economia verde è l'economia del futuro", ha ad esempio sostenuto Silva Semadeni (PS/GR). La grigionese ha ricordato che le materie prime sono preziose e che la loro disponibilità non è illimitata. "Non abbiamo che un pianeta", ha ricordato citando un proverbio indiano secondo il quale "non ereditiamo la terra dai nostri antenati, ma la prendiamo in prestito dai nostri figli".

Molti oratori di sinistra hanno inoltre sostenuto che l'iniziativa stimolerà l'economia e permetterà di creare numerosi posti di lavoro nelle cosiddette cleantech. "L'economia verde rappresenta un'opportunità per la prosperità della Svizzera a lungo termine e permetterà di creare impieghi", ha sostenuto la più giovane deputata del Parlamento, la ginevrina Lisa Mazzone (Verdi).

"Questa iniziativa non ha nulla di rivoluzionario e non contiene niente che potrebbe danneggiare l'economia", ha affermato Isabelle Chevalley (PVL/VD). "La nostra impronta ecologica è troppo grande e condanniamo così i nostri figli e i nostri nipoti a subire l'esaurimento delle risorse e i danni che noi causiamo all'ambiente", ha aggiunto Mazzone.

Questi argomenti non hanno però convinto la maggioranza borghese secondo la quale una eventuale accettazione dell'iniziativa avrebbe conseguenze negative per l'economia svizzera. "Qui si corre il rischio di eliminare molti posti di lavoro, creare ostacoli agli scambi commerciali e indebolire significativamente la competitività e la prosperità della Svizzera, che già soffre del franco forte", ha sostenuto Jean-Pierre Grin (UDC/VD).

Diversi deputati del centro-destra hanno comunque riconosciuto che l'iniziativa parte da una buona intenzione. La proposta di modifica costituzionale, secondo Jacques Bourgeois (PLR/FR), ha però un difetto: non tiene conto degli sforzi già intrapresi e di quelli che saranno discussi prossimamente dal Parlamento.

Per il friburghese "non bisogna mettere il carro davanti ai buoi" ma lasciare alla Confederazione il tempo necessario affinché le misure decise possano manifestare i loro effetti. Le proposte contenute nell'iniziativa sono infatti troppo estreme. "Essa chiede alla nostra economia un improvviso cambiamento strutturale che sarebbe dannoso per l'occupazione e la prosperità della Svizzera", ha affermato il relatore della commissione Yannick Buttet (PPD/VS).

Fabio Regazzi (PPD/TI) non ha esitato ha definire "folle" la proposta ecologista affermando che l'obiettivo di ridurre dei due-terzi il consumo di risorse è "assurdo e irrealistico". Il ticinese ha anche ricordato che molti indicatori internazionali hanno piazzato la Svizzera al primo posto per quel che concerne la protezione dell'ambiente.

Per la ministra dell'ambiente Doris Leuthard l'obiettivo di ridurre l'impronta ecologica (indicatore che valuta il consumo umano di risorse naturali rispetto alla capacità del pianeta di rigenerarle) a un pianeta Terra entro il 2050 è irrealizzabile. Il governo dovrebbe infatti prendere misure radicali e l'economia non avrebbe il tempo necessario per adattarsi.

La consigliera federale hai poi ricordato che la metà dell'inquinamento "svizzero" avviene al di fuori dei confini nazionali. Cosa che renderebbe l'applicazione dell'iniziativa molto difficile.

Al voto, gli schieramenti si sono espressi in modo compatto. Hanno sostenuto l'iniziativa tutti i verdi, i socialisti e i verdi liberali, nonché i due evangelici (che appartengono al gruppo PPD). Contrari tutti i popolari-democratici, borghesi-democratici, liberali-radicali e democentristi (compresi i due leghisti).

Depositata il 6 settembre 2012 con 112'098 firme valide, l'iniziativa popolare dei Verdi intende favorire, mediante un nuovo articolo costituzionale, un'economia improntata alla sostenibilità e all'uso efficiente delle risorse. Vuole inoltre promuovere cicli dei materiali chiusi e garantire che le attività economiche non pregiudichino il potenziale di risorse naturali.

Il testo costituzionale chiede in particolare di portare entro il 2050 l'impronta ecologica della Svizzera a un livello tale che, rapportata alla popolazione mondiale, non superi l'equivalente di un pianeta Terra.

Ritenendo che l'iniziativa avesse comunque alcuni punti interessanti, il governo aveva proposto un controprogetto indiretto. Questo è però stato bocciato dal Nazionale: l'affossamento è giunto nella votazione sul complesso, dopo che il plenum aveva già provveduto ad edulcorare parecchie disposizioni presenti nel disegno di legge originario presentato dal Consiglio federale.

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